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Buoni pasto: chi può richiederli e come

Molte aziende usano i buoni pasto o ticket per i propri dipendenti in alternativa alla mensa aziendale interna. I ticket possono essere utilizzati solo in pubblici servizi come bar, ristoranti, ecc. gastronomie di supermercati e "take away" convenzionati con l'azienda produttrice, ma non tutti sanno come richiederli.

Il buono pasto

Il buono pasto può essere definito come un "titolo" con un valore predeterminato, con il quale il possessore può utilizzarlo per il consumo di un pasto o utilizzarlo presso esercizi pubblici convenzionati a tale fine. Il percorso di emissione e di utilizzo del ticket è basato su due fasi: - il rapporto tra società emittente e datore di lavoro;
- il rapporto tra società emittente e i pubblici servizi che forniscono i pasti ai dipendenti dei datori di lavoro. I buoni pasto sono destinati ai lavoratori: dipendenti a tempo pieno, part time, collaboratori e stagisti, anche qualora l'orario lavorativo non preveda la pausa pranzo. Per ciascun giorno lavorativo è previsto un buono pasto, anche i lavoratori autonomi possono richiedere per se i buoni pasto in modo da dedurne il costo dall'imponibile come spesa di rappresentanza.

Come utilizzare il ticket.

I buoni pasto devono essere utilizzati per usufruire appunto di un pasto, non è prevista la restituzione di un resto in denaro, nel caso in cui il valore della prestazione sia inferiore al valore nominale del buono, nel caso contrario ovvero che il valore della prestazione sia superiore al valore del buono, allora il titolare del ticket deve compensare la differenza in denaro. I buoni pasti non possono in alcun modo: - essere convertiti in denaro;
- non danno diritto a ricevere prestazioni diverse da quelle previste dal contratto di ristorazione;
- non possono essere utilizzati da persona diversa dal dipendente del cliente;
- non possono essere ceduti o commercializzati;
- devono essere utilizzati non più di uno al giorno, quindi non sono cumulabili;
- hanno una loro scadenza specifica che va da pochi mesi dall'emissione a un massimo di un anno. Spesso però gli esercenti si lamentano della "riscossione" in termini di denaro per il buono pasto, nel senso che l'esercente per avere in denaro il prezzo di ogni singolo ticket ci voglia molto tempo.

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