Bush - Razorblade Suitcase: storia della band e recensione dell'album
I Bush, assieme ad altri gruppi come i Silverchair, sono considerati esponenti del cosiddetto post grunge. C'è, infatti, la rabbia tipica del genere grunge, ma anche tanta ricerca melodica.
Breve storia della band
Alla fine del 1992, Gavin Rossdale si incontra, in un locale di Londra, con Nigel Pulsford. I due decidono di formare una band con sonorià melodiche, ma anche potenti. Il nome del gruppo è Bush. Entrano nella band il bassista Dave Parsons e il batterista Robin Goodridge.
Il primo album, Sixteen Stone risale al 1993 e il successo arriva immediatamente, specialmente negli Stati Uniti, grazie anche al fortunato singolo Everything Zen.
Il lavoro successivo, Razorblade Suitcase (1996) ha grandissimi riscontri di pubblico e critica, forse anche per il clamore mondiale del grunge.
Il gruppo, invece, decide di sperimentare con l'album The Science of Things (1999), avvalendosi di sonorità vicine alla musica elettronica. Con il successivo Golden State (2001) c'è un parziale ritorno alle sonorità della prima parte della loro carriera.
Intanto, il cantante e leader, Gavin Rossdale, si dedica anche al cinema, con la sua partecipazione nel fortunato Zoolander (2001) e Constantine (2005). Infine, si dedica a un nuovo progetto musicale con la band Institute.
Rossdale è sposato con Gwen Stefani del gruppo No Doubt.
Nel 2010 esce il singolo Afterlife con l'obiettivo di lanciare il nuovo album della band, Everything Always Now (2011).
Recensione
Il secondo album dei Bush, Razorblade Suitcase, arriva nel 1996, in un momento di fermento musicale caratterizzato dagli ultimi clamori del grunge.
Inevitabili i paragoni con In Utero dei Nirvana, un album assai differente dal capolavoro Nevermind. Lo stesso accade con Razorblade Suitcase, diverso dal primo lavoro, Sixteen Stone. C'è, infatti, meno potenza, meno aggressività e più atmosfera. Tutto ciò provoca alcune critiche, tuttavia l'album è un successo mondiale, come dimostra anche il relativo tour.
Il primo singolo, Shallowed, ottiene grandi consensi specialmente negli Stati Uniti. Qui c'è giusto equilibrio tra sonorità ruvide e melodia. Il successivo singolo, Greedy Fly è, invece, decisamente più rock, più potente. Ultimo singolo è Bonedriven, una semplice ballata.
Il produttore dell'intero lavoro è Steve Albini, già collaboratore dei Nirvana, Sonic Youth e Neurosis.
L'album debutta subito al primissimo posto della classifica di "Billboard", alla fine del 1996.
Un album, questo, discreto, ma che arriva sulle scene mondiali in un periodo già pieno di album memorabili del grunge, un genere che si avvia lentamente al tramonto.