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Come combattere l'ipertensione notturna

Ipertensione: aspetti generali, classificazione delle varie forme di ipertensione, approcci farmcologici.

Ipertensione

L'ipertensione arteriosa è una delle patologie più diffuse tanto da ricorrere nella popolazione adulta con un'incidenza del 10-20%. Più che una malattia, l'ipertensione viene considerata un fattore di rischio per altre manifestazioni patologiche a carico di diversi organi ( cuore, cervello, rene, occhio). Pertanto la terapia dell'ipertensione arteriosa sebbene possa agire direttamente contro le complicanze già instaurate arrestandone l'evoluzione e/o favorendone la regressione almeno parziale, deve avere soprattutto l'obiettivo di prevenire tali complicanze. La classificazione dell'ipertensione arteriosa, nella maggior parte dei casi, si basa su due criteri: quelo eziologico e quello di gravità.
Secondo il criterio eziologico l'ipertensione arteriosa può essere classificata come essenziale o primitiva (senza causa riconosciuta ), che è la forma di gran lunga più frequente (almeno il 95% dei casi ), e secondaria, da causa identificabile, come quella conseguente a patologia renale, malattie endocrine, somministrazione di farmaci. La classificazione dell'ipertensione secondo la gravità si basa sui livelli di pressione arteriosa e sulla coesistenza o meno di altri fattori di rischio, di danno d'organo e di patologie cardiovascolari concomitanti. Nelle due più recenti linee-guida internazionali prodotte per la diagnosi e il trattamento dell'ipertensione arteriosa i valori di pressione arteriosa considerati normali scendono da 130-85 a 120-80. La pressione arteriosa è la risultante dell'interazione di più fattori, tra i quali i principali sono il tono vascolare (soprattutto delle pareti delle arteriole), la gittata cardiaca, la resistenza allo scorrimento del sangue nei vasi arteriosi e il volume ematico. Tutti questi fattori sono sotto il controllo di diversi sistemi da quello nervoso (centrale e periferico ) a quello ormonale fino all'importante contributo dei fattori locali a partire prevalentemente dall'endotelio.

Ipertensione notturna

Elevati livelli di pressione arteriosa durante la notte aumentano drasticamente il rischio cardiaco e cerebrale. In soggetti a rischi di ipertensione, è necessario monitorare la pressione durante il corso di un intera giornata, monitorando la pressione due o tre volte ogni due ore e poi calcolando un valore medio. La pressione arteriosa nelle persone normotese si riduce durante il sonno fino a risalire gradualmente nelle prime ore del mattino.
Lo scopo principale di ogni terapia antipertensiva è ottenere a lungo termine la massima riduzione della morbilità e della mortalità legate al rischio della patologia ipertensiva. Questo richiede anche il trattamento di tutti i possibili fattori di rischio reversibili identificati (fumo di sigaretta, la dislipidemia, il diabete, lo stress il consumo di alcol e l'obesità). La terapia farmacologica deve iniziare gradualmente. I farmaci di prima scelta sono raggruppati nelle seguenti classi: diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, calcio-antagonisti e agonisti recettoriali dell'angiotensina 2.

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