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Cosa contraddistingue la pittura ed i quadri moderni

La pittura moderna, spesso, è difficilmente comprensibile. Ma in fondo è proprio questa la sua missione.

La pittura moderna

Quante volte abbiamo sentito dire da un amico, un parente o altro conoscente che l’arte moderna vale poco e che magari quel quadro potevamo farlo anche noi? In effetti è una reazione che sorge spontanea di fronte a opere che spiazzano chi pensa all’arte tradizionale figurativa, quella che tende a restituire un'immagine così come la si vede nella realtà. E nel quadro della pittura figurativa, più il risultato finale si avvicina all’originale, maggiore è considerata la bravura dell’artista. Ma l’arte moderna, non è più da molto tempo basata sulla figura, bensì sul modo di vederla da parte dell’artista, dal suo modo di porsi di fronte alla tela. Il tutto è partito con l’avvento dell’astrattismo, all’inizio del Novecento, che può essere considerato il passaggio più rivoluzionario nella storia della pittura.

Il passaggio dal figurativo all'astratto

È proprio in quel periodo, infatti, che sorgono movimenti che lasceranno la loro impronta sullo sviluppo successivo, a partire dal cubismo di Picasso e Braque e dall’espressionismo di Munch e Kandiskij, teso a interiorizzare forme ancora deformate in base alla soggettività. Dopo questa prima ondata, che in pratica rivoluzionò il modo comunemente accettato di elaborare un dipinto, ne seguì una seconda, dopo la fine della guerra, che portò alla luce il Non Sense di Dada e il Surrealismo di De Chirico, Magritte, Chagall e altri. Una cosa su cui si dovrebbe attentamente riflettere è il fatto che le opere più rivoluzionarie sono spesso state elaborate negli anni immediatamente successivi a un conflitto, quasi una risposta tesa a esorcizzare la drammatica realtà indotta dallo stesso.
Se proprio volessimo esemplificare al massimo la grande evoluzione che ha comportato il passaggio di cui stiamo parlando, potremmo dire che mentre nella pittura figurativa l’artista tendeva a restituire un risultato in grado di accostarsi all’originale, un modulo visivo che derivava da un attento studio del vero e del modo in cui un oggetto era visto senza alcuna implicazione emotiva, con l’avvento dell’astratto il risultato finale non era più quello immediatamente visibile, ma la struttura intrinseca, l’intreccio degli elementi costitutivi della stessa realtà, senza alcun abbellimento estetico. Nel secondo caso, che è quello che ormai distingue la grande pittura moderna nelle sue molteplici espressioni, l’arte si è trasformata in qualcosa di estremamente complesso, che è il frutto di un'elaborazione intellettiva tesa a restituire un concetto, magari nel modo più provocatorio possibile, in modo da rendere la fruizione dell’opera non più una cosa riservata all’occhio e da consumare sul momento, ma qualcosa che impegni profondamente la psiche e la costringa a tornarvi sopra. Insomma, quanto di meno effimero si possa concepire.

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