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Francesco Redi, il fisico letterato

Personaggio eclettico, scienziato e letterato, Francesco Redi credeva fermamente nel metodo sperimentale galileiano, che applicò con successo nei suoi studi.

Biografia

Nato ad Arezzo nel 1626, Francesco Redi si laureò in Filosofia e Medicina a Pisa. Entrato al servizio dei Medici, contribuì alla redazione del Vocabolario dell'Accademia della Crusca, acquisendo così anche fama di letterato. Nominato medico più importante del Granducato di Toscana si dedicò a studì fisici e letterari.

Ricerche e studi

Fermo sostenitore del metodo galileiano, Redi si dedicò a studi sperimentali volti a capovolgere antiche teorie di stampo aristotelico. Scriveva all'amico medico Lorenzo Magalotti: "Mi vado confermando nel mio proposito di non voler dar fede alle cose naturali se non a quello che con gli occhi miei propri vedo e se dall'iterata e reteirata esperienza non mi venga confermato". Significativi furono gli esperimenti sul veleno di vipera, condotti negli anni Sessanta del Seicento: Redi voleva capire come funzionasse la diffusione del veleno e così, col suo amico viperaio Iacopo Sozzi, iniziò alcuni esperimenti. Sciolse veleno del rettile in pasti dati ad alcuni animali e si accorse che non risultava letale. Capì così che il veleno di vipera era pericoloso solo se entrava in circolo nel sangue (il sistema circolatorio era allora conosciuto grazie agli studi di William Harvey): di conseguenza gli uomini dovevano temere solamente il suo morso. Celebre è anche l'esperimento di Redi sulla generazione spontanea: lo scienziato dimostrò che essa era inattendibile. Le sue Esperienze intorno alla generazione degli insetti mostrò l'inconsistenza scientifica della teoria ormai accettata da secoli che considerava spontanea la nascita di insetti, vermi della carne, bruchi, rettili, in polemica con l'opera coeva di Athanius Kircher.
Era il trionfo del metodo sperimentale galileiano, che Redi voleva applicare anche alla celebre teoria dei quattro umori, che, secondo lui, non era capace di giustificare alcune patologie mediche: i suoi studi in questo senso furono ripresi da alcuni successori.

Redi letterato

Redi scrisse anche un ditirambo, il Bacco in Toscana, in cui immaginava Bacco intento a gustare i vini toscani del tempo. In questo piacevole esempio di letteratura di evasione si possono ritrovare i principali vini prodotti all'epoca in Toscana, nonché una condanna delle bevande, alcoliche o meno, esotiche o provenienti da altri paesi europei. Celebri i versi: "Non fia già, che il cioccolatte v'adoprassi, ovvero il tè, medicine così fatte non saran giammai per me; beverei prima il veleno che un bicchier che fosse pieno dell'amaro e reo caffè". Avrebbe, invece, celebrato l'acqua nel successivo Arianna inferma.

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