Franco Califano: un cantautore italiano di successo

Franco Califano, conosciuto anche come il Maestro o Er Califfo, è un cantautore e poeta di indubbia capacità.

Biografia e lavori

La nascita di Califano è stata un po' fuori dalla norma, è nato infatti su un volo aereo, che in quel momento sorvolava Tripoli, all'epoca territorio italiano (1948). Per questo motivo risulta essere nato a Tripoli, ma è originario della Campania e cresciuto a Roma. Il suo primo singolo venne pubblicato nel 1962: Ti raggiungerò/ Amica malinconia
Nel 1970, poco dopo aver avviato la sua carriera canora e poetica, venne arrestato per possesso di sostanze stupefacenti, accusa che poi venne ritirata perché il fatto non sussisteva. Il suo primo album in LP fu 'N bastardo venuto dar sud, ma quello di maggior successo è Tutto il resto è noia. Califano stesso si è fatto tatuare questa frase sul braccio. Franco venne arrestato una seconda volta, nel 1983, per possesso illegale di armi. Anche in questo caso venne assolto perché il fatto non sussisteva.
Da queste esperienze Franco pubblicò un album: Impronte digitali. Oltre ad essere un cantautore, Califano è un famoro autore, che ha scritto testi di canzoni per tanti artisti, fra cui Mina, Ornella Vanoni, Bruno Martino, Edoardo Vianello.
Per Mina ha scritto l'intero album Amanti di valore, che sebbene non sia molto famoso fra il pubblico è considerato un vero capolavoro dalla critica. Nel 2010 a causa di un incidente domestico, cadendo dalle scale della sua abitazione e riportando la frattura di 3 vertebre, si è ritirato a vita privata rinunciando alle serate.

Le polemiche

A scatenare delle forti polemiche fu una intervista, dove l'artista si è lamentato di non avere abbastanza soldi e di voler chiedere un vitalizio allo stato.
Dopo l'incidente ha dovuto rinunciare al suo lavoro, a suo dire la sua unica fonte di reddito: le serate.
Per questo ha chiesto il vitalizio che la legge Bacchelli prevede per gli artisti che hanno dato lustro allo stato italiano ma che sono finiti in povertà. Quello che fece scandalo, fu l'affermazione che i 1600 euro al mese che guadagnava con i diritti d'autore non erano sufficienti. La frase, detta in un periodo di grave crisi, ha fatto infuriare molte persone.