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La Commedia dell'Arte in Italia: le origini e le maschere più celebri

La Commedia dell'Arte (nota anche come commedia degli Zanni, commedia all'improvviso o a braccio) è una forma teatrale caraterizzata da personaggi mascherati e da rappresentazioni non basate su testi scritti ma su "canovacci" o "scenari" sui quali gli attori inventavano i dialoghi.

Breve storia

La Commedia dell'Arte nacque in Italia nel XVI secolo. Si noti che "arte" significava in quel contesto "professione" (si pensi alle famose Corporazioni delle arti e dei mestieri), vale a dire che il teatro non era più faccenda di dilettanti girovaghi. Le radici della Commedia risalgono comunque a molto tempo prima: alcuni studiosi trovano collegamenti con il teatro greco, con le Farse Atellane del periodo imperiale romano e con le feste etrusche, tutti generi che prevedevano la presenza di personaggi con maschere spesso grottesche. Per quanto riguarda i dialoghi, invece, il riferimento è ai Contrasti di Cielo d'Alcamo (XIII secolo). Le prime tracce di rappresentazioni della Commedia risalgono al 1551 a Roma. Gli attori recitavano all'aperto su palcoscenici improvvisati ed erano attori professionisti, diversamente dalla "Commedia erudita", che disponeva di testi scritti e nella quale agivano attori dilettanti e non mascherati. La compagnia più celebre degli inizi fu senza dubbio quella dei Gelosi, composta da 8 personaggi fissi (due vecchi - Pantalone e Graziano, antico nome di Balanzone - due coppie d'innamorati e due zanni - Pedrolino, che in Francia diventerà Pierrot, e Arlecchino) e da alcune parti "mobili", non sempre necessarie alla rappresentazione, nelle quali spesso si trovavano Capitan Spaventa, la servetta (trasformatasi poi in Colombina), la ruffiana, ecc. Fu la compagnia dei Gelosi a portare la Commedia a Parigi e in tutta la Francia, dove il genere (talvolta bandito dai regnanti a causa di prese in giro della casa reale) ottenne successi strepitosi, influenzando in parte Moliére e forse lo stesso Shakespeare, visto che "La tempesta" ripete quasi fedelmente un canovaccio di Flaminio Scala (attore della compagnia dei Gelosi che aveva pubblicato verso la fine del '500 una serie di "scenari") e Polonio (il personaggio di "Amleto") ricalca il personaggio di Pantalone. La vita della Commedia si può considerare conclusa con l'avvento di Goldoni che nella seconda metà del XVIII secolo riporta il teatro ai testi scritti e ai personaggi non mascherati, rifiutando altresì l'inserimento di scene comiche all'interno di rappresentazioni basate su tragedie o epopee quali "Belisario" o "La Gerusalemme liberata".

Le maschere più famose

Oltre alle "maschere" già menzionate, altre rimarchevoli e molto rappresentate furono Brighella (il servo furbo in contrapposizione ad Arlecchino), Gianduja (maschera popolare torinese), Meneghino (simbolo di Milano), Pulcinella (forse la maschera più famosa di tutte insieme con Arlecchino), Rosaura (la figlia di Pantalone), Scaramuccia (che in Francia diventerà Scaramouche), e Stenterello (maschera fiorentina).

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