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Once Sent from the Golden Hall: recensione dell'album degli Amon Amarth

'Once Sent From The Golden Hall' è considerato il miglior album degli Amon Amarth, esponenti di punta del sottogenere Metal, il Death Metal, soprattutto per le tematiche trattate all'interno dello stesso LP

Gli Amon Amarth, esponenti di spicco del Death Metal

Gli Amon Amarth, (che significa 'Monte Fato' in Sindarin, lingua inventata da Tolkien nel Silmarillon) sono un gruppo svedese esponente di spicco del sotto genere melodico del Death Metal. Formatisi nel 1992 hanno fino ad ora inciso otto album, caratterizzati da tematiche comuni come la mitologia vichinga e l'anticristainesimo.

Recensione 'Once Sent From The Golden Hall'

'Once Sent From The Golden Hall' è considerato il migliore album degli Amon Amarth, soprattutto se contestualizzato nel periodo in cui fu prodotto e cioè il 1996. Caratterizzato da una produzione non proprio impeccabile, presenta sonorità molto più grezze di quelle che caratterizzeranno gli album futuri, con la voce del frontman Johan Hegg, più sporca e lacerante in un growl meno profondo e più urlato, a sovrastare un tappeto sonoro di chitarra e batteria, particolarmente violento, in cui però spiccano già le melodie tipiche del gruppo, degne quasi di un disco power metal. Il reale punto di forza del primo album degli Amon Amarth non risiede però nella parte musicale, per altro comunque apprezzabile, ma nei contenuti dell'album stesso, che parla della cultura nordica o meglio norrena. All'interno, infatti, troviamo riferimenti continui agli dei scandinavi e, più che in altri dischi del gruppo svedese, a guerre ed eroismi dei vichinghi volti a proteggere la propria cultura pagana dall'invasione cristiana. Questo 'ideale' contribuisce a partorire quest'album così furioso e aggressivo in cui i cinque componenti della band lottano essi stessi per la propria terra e soprattutto per le proprie origini e il proprio passato, attraverso la musica. Nonostante la caratteristica di concept album 'Once sent from the golden hall' non è assolutamente un album monocorde, passando dalla violenza cieca della furiosa 'Ride for vengeance', alla maestosità di 'The dragons flight across the waves', fino all'eroismo poetico di 'Without fear', Completano l'album la potente 'Victorious march', 'Friend of the suncross', 'Abandoned' e la granitica 'Amon Amarth'. Concludendo 'Once sent from the golden hall' degli Amon Amarth fu un vero e proprio terremoto, in un determinato panorama musicale, e permise agli Amon Amarth di diventare realmente unici in un genere solo apparentemente di nicchia, ma che in realtà è fortemente commerciale, con gruppi e contenuti simili gli uni agli altri.

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