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Paul Verlaine: vita e opere del poeta francese

Personaggio enigmatico dal temperamento aggressivo e dai versi brutali, intimi e delicati.

Vita

Nasce nel 1844 in una famiglia agiata della piccola borghesia e trascorre la sua infanzia a Parigi. Intraprende gli studi in legge, ma fin da ragazzo si dedica alla poesia e alla frequentazione di circoli letterari e, in particolare, si intrattiene con i poeti parnassiani. Conduce una vita disordinata nella quale alterna periodi di eccessi a periodi di regolarità. Forse fu proprio per questa ragione che la madre gli combinò un matrimonio con Mathilde Monté di Fleurville. Un'unione che, sebbene Paul ne esalta la pace e l'equilibrio raggiunto in La bonne chanson, si rompe presto a causa della relazione equivoca che il poeta intrattiene con il giovane Rimbaud. Tre anni dopo Verlaine gli spara in seguito alla confessione di Rimbaud di voler porre fine alla loro frequentazione. La tragedia viene sfiorata e Verlaine è imprigionato a Bruxelles e poi trasferito nel carcere di Mons. Scontata la pena, insegna per qualche anno all'estero e si dedica all'agricoltura e alla pace ritrovata. Tornato a Parigi, però, recupera le sue vecchie abitudini fino a diventare un personaggio di spicco nel panorama decadente. Riscuote particolare successo il suo Saggezza che gli procura fama e popolarità. Collabora con alcune riviste e vive della fortuna del momento trascinandosi tra periodi di miseria e di ritrovato benessere. Muore nel 1896 in un ospedale di Parigi.

Opere

Personaggio dualistico, delicato e brutale, Paul Verlaine scandisce la sua vita attraverso le sue opere.
È ancora giovane quando scrive "I poemi saturnini", ma già si possono cogliere le basi della sua poetica dai versi teneri e malinconici all'influsso "maledetto" di Baudelaire.
Durante gli anni del carcere scrive "Romanze senza parole", raccolta di liriche dedite, come quasi tutta la sua produzione, alla musicalità e all'armonia. La poesia per Verlaine, infatti, evoca più che descrivere. Sempre in carcere è assalito da una crisi spirituale che sfocia nel già menzionato "Saggezza".
Di ritorno a Parigi scrive, nel 1884, "I poeti maledetti", una raccolta di saggi su alcuni poeti del tempo. In quest'opera tende a esaltare gli artisti che conducono una vita simile alla sua, irregolare e misera, rifiutando ogni schema comune.

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