Pier Giorgio Frassati, storia
Un giovane ricco, amante dei poveri. Un uomo dalla incrollabile fede, morto troppo giovane. Un Beato sulla lunga e complessa via della santità.
/wedata%2F0024688%2F2011-07%2F1-Picture-of-Pier-Giorgio-Frassati-in-hill-1-Pier-.jpg)
Famiglia altolocata
Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901 da una famiglia di alta borghesia. Il padre, Alfredo Frassati, è fondatore e direttore del quotidiano torinese La Stampa mentre la madre, Adelaide Ametis, è una pittrice talentuosa e apprezzata. Alfredo Frassati oltre ad essere il direttore di uno dei maggiori quotidiani nazionali è anche un uomo politico, si schiera al fianco di Giolitti che lo nomina Senatore del Regno prima, e Ambasciatore di Germania poi.
In casa Frassati è ovvio pensare che si respirasse aria di forte intransigenza; il capo famiglia è un uomo duro, dai principi sani e dai modi severi tanto che anni dopo in un'intervista l'altra figlia (e sorella di Pier Giorgio, Luciana) ammette che in quella loro casa signorile e dall'aspetto imponente in realtà si sentiva come se vivesse in una caserma.
Pier Giorgio comincia il suo percorso scolastico, ma sin da subito capisce che gli studi non fanno per lui; colleziona infatti diverse bocciature negli anni della formazione obbligatoria e, anche se zoppicando, riesce a conseguire la maturità. Si iscrive all'Università, alla facoltà di ingegneria, per potersi laureare e lavorare al fianco dei minatori, classe operaia fortemente disagiata durante il periodo sabaudo. Non conclude gli studi universitari perchè muore poco prima del conseguimento della laurea, il 4 luglio del 1925.
Chi era veramente Pier Giorgio?
Il ragazzo era figlio di ricchi borghesi piemontesi, ma non rappresentava appieno lo status della sua famiglia. Era invece un ragazzo altruista e caritatevole. Odiava la povertà e amava la sua ricchezza soltanto perché così poteva aiutare i bisognosi. Se poteva, regalava fino all'ultima moneta che aveva in tasca, addirittura dovendo tornare a piedi a casa perché non aveva altri soldi per prendere un mezzo pubblico. Frequentava la chiesa, l'Azione Cattolica, ed era un fervente cristiano che metteva in pratica gli insegnamenti di Gesù. Faceva tanto attivismo in favore di tutte le classi sociali povere e disagiate, andava a portare conforto ai malati, a domicilio. E forse proprio quest'ultimo atto di bontà gli è stato fatale, a causa del quale forse ha contratto la poliomielite che poi lo ha portato alla morte.
Con i suoi amici più vicini ha fondato un gruppo: "la compagnia dei tipi loschi" che tutt'oggi sopravvive. Il gruppo si impegna a tramandare il suo messaggio di speranza e di carità.
Il 20 maggio del 1990 Giovanni Paolo II ha proclamato Beato Pier Giorgio Frassati.