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Ricordi di un vicolo cieco, recensione del libro di Banana Yoshimoto

È un racconto di storie comuni, di storie di tutti i giorni; racconta di disastri che possono capitare, tragedie, ma racconta anche di come sia possibile trovare sempre la felicità, di come sia possibile vivere sereni semplicemente evitando di mangiare riso al curry per pranzo.

Biografia dell'autrice

Mahoko Yoshimoto è il vero nome della scrittrice giapponese Banana Yoshimoto.
Nasce nel 1964 a Tokyo, figlia di uno dei più illustri filosofi e critici giapponesi degli anni Sessanta, papà Takaaki e sorella di Haruno, illustratrice di manga.
Banana, pseudonimo che adotta già da studentessa universitaria reputandolo "molto carino", si laurea in letteratura al college delle arti.
La sua carriera da scrittrice comincia nel 1987, anno durante il quale già faceva la cameriera in un golf club, ispirandosi a uno dei suoi autori preferiti (solo per la narrazione del filone non horror), Stephen King.
"Kitchen" fu il suo primo libro, ebbe tantissimo successo in patria con oltre 50 milioni di copie stampate e ben due film a esso ispirati, senza considerare i numerosi premi ricevuti.
Alla sua prima opera, seguirono "Presagio triste" e "Sonno profondo", ma fu "Tsugumi", che racconta il malessere di una giovane ragazza del Giappone moderno evidenziandone, forse per via del padre filosofo, tematiche importanti come l'amicizia, la vita e morte, a divenire nuovamente un film, nel 1990.
Banana viene considerata molto da numerosi critici e lettori di tutto il mondo, vince diversi premi e aspira al Nobel, seppur ci sia chi la considerata un'autrice di poco rilievo, anche se tratta temi di vitale importanza.
In lingua giapponese il suo sito ufficiale, Yoshimotobanana.com.

Recensione del libro

"Ricordi di un vicolo cieco", pubblicato in Italia nel 2006 da Feltrinelli e tradotto da Giorgio Amitrano, contiene cinque racconti che vedono come protagonisti cinque personaggi differenti, cinque personaggi alle prese con la vita, con le domande esistenziali, cinque personaggi alla ricerca della felicità.
Il primo racconto narra di come l'amicizia può trasformarsi in amore profondo; il secondo racconta di come una donna si sia sentita tradita dai suoi colleghi di lavoro e poi abbia ritrovato la fiducia negli altri; il terzo, è il racconto di un'amicizia finita in tragedia. Il quarto racconto ha come protagonista un'ingenua ragazza protetta da una sorta di angelo custode; l'ultimo racconto narra di una ragazza tradita dal fidanzato che però trova la vera felicità conoscendo un'altra persona. Questo libro racchiude temi sempre presenti in ogni romanzo della Yoshimoto, principi base per la cultura giapponese, principi che, forse, dovrebbero entrare a far parte di ogni tipo di cultura, accomunandole, in quanto principi fondamentali della vita.

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