Rory Culkin, attore americano
Rory Culkin è il fratello del più famoso Macaulay, con il quale regge validamente il confronto.
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Ingombranti parentele
A volte, essere figli o fratelli d’arte, è una vera maledizione. In quanto si deve sostenere sempre il confronto con un familiare famoso e la gara, col tempo, può trasformarsi in un fardello insostenibile per chi non abbia mezzi psicologici in grado di reggere alla tensione. Rory Culkin, sotto questo aspetto non è stato molto fortunato. Il padre, Christopher “Kit” Culkin, è stato un bambino prodigio ed attore teatrale, mentre il fratello maggiore è il famosissimo Macaulay che interpretò “Mamma, ho perso l’aereo”, ottenendo un successo stratosferico nel film imperniato sulle gesta di un bambino rimasto solo a casa e alle prese con due ladri che stanno cercando di introdurvisi.
La sua carriera
La carriera di Rory Culkin, almeno ai suoi inizi, si interseca con quella del fratello maggiore. Infatti, Rory debutta nel 1993 in “L’innocenza del diavolo”, nel quale fa la parte del fratello minore di un sociopatico, interpretato da suo fratello Macaulay. Dopo questa piccola parte, torna sulle scene nel 2000, con "Conta su di me", un film diretto da Kenneth Lonergan, che gli permette di mettersi in ottima evidenza e di guadagnarsi lo Young Artist Award, premio riservato alle giovani promesse cinematografiche. Passano due anni, e Rory interpreta la parte di Morgan Hess, figlio di un reverendo che ha smarrito la fede, interpretato da Mel Gibson, in “Signs”, pellicola di grandissimo impatto emotivo diretta da M. Night Shyamalan. La sua carriera sta decollando e nell’anno seguente, partecipa a “Vizi di famiglia”, un film di Fred Schepisi che narra la storia di una famiglia di successo nella quale proprio Rory Caulkin rappresenta l’unico personaggio positivo, un bambino intelligente e sensibile che però vive male il passaggio verso l’adolescenza. Nel 2004, recita in "Mean Creek", un film indipendente pluripremiato, diretto da Jacob Aaron Estes, nella parte di Sam, un gracile ragazzino che innesta involontariamente una vicenda che finisce tragicamente. Poi, nel 2005, è la volta di un altro film indipendente, “Kidnapped – Il rapimento” un ritratto amaro della provincia americana che partecipa al Sundance Film Festival. Nello stesso anno partecipa anche a “Down in the Valley” e a “The Zodiac”, mentre nel 2006 recita in un film di Patrick Stettner, “Una voce nella notte”, nella parte di Pete, un giovane scrittore vittima di abusi familiari. Nel 2010, fa invece parte del cast di “Twelve”, diretto da Joel Schumacher e incentrato su un microcosmo caratterizzato dallo spaccio e l’uso di droga. La sua ultima prova, è quella fornita in “Scream 4”, alle dipendenze di Wes Crafen, il padre di “Nightmare”.