Toyota Celica VVTI: recensione

La prova su strada della Toyota Celica VVTI esalta le qualità di questa vettura, in grado di regalare una guida sportiva senza rinunciare al confort del conducente. Vediamo perché.

Com'è

Andiamo alla scoperta delle peculiarità più interessanti relative alla Toyota Celica VVTI. Abbiamo a che fare con la settima generazione della vettura giapponese, che si contraddistingue, nella sua solita conformazione coupé, per una linea estetica molto originale. Per quel che riguarda la motorizzazione, siamo in presenza di un mille e otto da 16 valvole, con potenza massima di 105 kw e fasatura variabile. Le qualità della meccanica sono ineccepibile, ma va segnalato che prima di avere il giusto feeling con la macchina è necessario guidarla per un po’ di tempo. Versatile e polivalente, questa versione della Celica è in grado di soddisfare una vasta fascia di clienti, da chi cerca una guida sportiva a chi invece desidera un confort di guida eccellente. Il prezzo, in rapporto ai contenuti offerti, è più che conveniente, 20mila euro.

Aspetti positivi

- Il confort di chi sta al volante è assicurato da un sedile comodo e accogliente, ergonomico, non troppo rigido, in maniera tale da non affaticare la schiena nemmeno in occasione di lunghi viaggi.
- Le prestazioni sull'asfalto sono di tutto rispetto, sia dal punto di vista della reattività della macchina, sia per quanto riguarda la regolarità delle performance. Il motore, elastico e sincero, regala un'erogazione fluida e lineare, priva di irregolarità, e ciò si traduce in una marcia omogenea.
- Notevole l'efficienza dell'impianto frenante, che anche ad alte velocità sa garantire spazi di arresto contenuti.
- Lo sterzo è sensibile e morbido, e sa adattarsi alla perfezione alle esigenze del conducente.

Aspetti negativi

- Per quanto concerne i punti deboli riguardanti questa vettura, vale la pena di mettere in evidenza che la conformazione coupé fa sì che lo spazio a disposizione, specialmente per chi sta seduto dietro, risulti piuttosto limitato. Ci riferiamo al fatto che gli occupanti dei sedili posteriori, soprattutto se hanno una corporatura un po' superiore alla media, rischiano di toccare il tetto con la testa, o di sfiorare con le ginocchia lo schienale dei sedili anteriori.