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Diventare Maestra d'Asilo, guida al percorso formativo

L'articolo nella prima parte spiega in cosa consiste la professione di maestra d'asilo e quali competenza richiede mentre nella seconda illustra quale percorso formativo intraprendere per esercitare questa professione.

La mestra d'asilo e la formazione

In primo luogo facciamo chiarezza sul termine: la maestra di asilo di un tempo (non poi così lontano) è oggi definita educatrice di infanzia e per esercitare questa professione non può più solo aver conseguito il classico diploma socio pedagogico (le magistrali o l'istituto socio pedagogico per intenderci) ma deve possedere il requisito della laurea triennale in scienze dell'educazione.
Almeno così suggerisce la normativa: negli asili nido privati, purtroppo, vengono assunte anche neo diplomate. Dico purtroppo non per mancanza di fiducia in queste persone, ma perché sono convinta del fatto che per svolgere questa professione si debba avere alle spalle un solido percorso formativo e delle solide competenze sia teoriche sia più strettamente pratiche.
Anche a fronte degli ultimi avvenimenti accaduti in alcuni nidi privati del nostro paese è importante che chi intraprende questo lavoro abbia davvero la vocazione per farlo.
Il lavoro in asilo non è adatto a tutti e soprattutto non tutti possono essere in grado di svolgerlo. La maestra di asilo nido richiede un mix di competenze: in primo luogo delle abilità tecniche (ecco perché sono consigliabili dei corsi per diventare anche puericultrice) che riguardino l'accudimento prettamente fisico del bambino: come cambiarlo, come dargli da mangiare ma anche come riconoscere i suoi bisogni o come addormentarlo.
Inoltre sono necessarie, anzi fondamentali, delle competenze più teoriche moto spesso giudicate inutili: grazie allo studio delle teorie pedagogiche, dei modelli e stili educativi e dei milioni di argomenti che compongono la pedagogia, la maestra d'infanzia (educatrice per abituarsi ad utilizzare questo termine ancora poco noto) potrà comprendere come relazionarsi al meglio con il bambino, come farlo giocare (vi sono infatti diverse teorie sul gioco e sull'animazione nel bambino) o come valutare il suo comportamento durante la giornata al nido.
L'educatrice di nido deve poi avere delle abilità comunicative per rapportarsi alla coppia genitore- bambino e delle forti competenze osservative per osservare entrambi i componenti della diade. Ricordiamoci sempre che il bambino non può essere mai separato dalle sue figure di riferimento principali, anche se queste ultime frequenteranno il nido per brevi momenti, fondamentali però alla comprensione della personalità, alle abitudini e alla conoscenze del bambino.
Infine, anche se è scontato dirlo, l'educatrice deve possedere capacità relazionali, calma e pazienza: per questo sostengo che per svolgere questo tipo di occupazione sia importante anche la cosidetta vocazione al ruolo.

L'iter formativo

Se vi riconoscete in quanto appena scritto e avete deciso di intraprendere questa strada dovrete, come avete già capito dagli accenni fatti nella prima parte dell'articolo, intraprendere un percorso formativo ben preciso.
E' consigliabile avere un diploma di liceo socio psico pedagogico anche se non è fondamentale. Ciò che rappresenta un requisito essenziale è la laurea triennale in scienze dell'educazione: questa facoltà, a numero programmato, vi permetterà di sviluppare tutte le competenze sopracitate e di sperimentarle sul campo atrraverso i percorsi di tirocinio formativo previsti da tutti i corsi di laurea ( circa 250 ore).
Dopodiché potrete cercare lavoro per educatori nei nidi privati oppure in quelli comunali tramite i concorsi per educatore di nido (potrete trovare gli appositi bandi sui siti dei comuni di appartenenza).
E'consigliabile, durante gli anni accademici, fare esperienza nel settore educativo a contatto con i minori.

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