Smaltimento dei rifiuti speciali: note sulla normativa di riferimento
Le recenti vicende sul problema dello smaltimento dei rifiuti, ha evidenziato anche la necessità di porre particolare attenzione su quelli speciali. Cosa dice la normativa a riguardo?
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Classificazione dei rifiuti secondo la normativa vigente
La classificazione dei rifiuti, secondo l'attuale normativa (D.lgs. 152/06) viene fatta in base alla loro natura ed alla loro pericolosità.
I rifiuti vengono quindi distinti in:
- Urbani
- Speciali
- Pericolosi e non pericolosi
Secondo il comma 2 dell'art. 184 del presente decreto, rientra tra i rifiuti urbani tutto ciò che proviene da scarti domestici (anche ingombranti), pulizia delle strade e delle aree verdi ed attività cimiteriali.
Il comma 3 dell'art. 184, elenca invece ciò che rientra tra i rifiuti speciali e necessita di trattamenti apposti per lo smaltimento, al fine di evitare pericoli per la salute pubblica. Rientrano in quest'elenco:
- Prodotti derivanti da attività agricole,
- Rifiuti industriali, artigianali, commerciali e sanitari
- Macchinari ed apparecchiature non più in uso
- Olii e combustibili
- Macchine a motore
- Prodotti di scarto che derivano da attività di smaltimento rifiuti (es. acque reflue)
In base allo loro natura, inoltre, i rifiuti sono catalogati come pericolosi e non pericolosi. Una sostanza viene classificata come "pericolosa" in base a quanto stabilito dalla direttiva 67/548/CEE. L'elenco delle sostanze viene aggiornato in base a studi e ricerche che scoprono continuamente nuovi elementi pericolosi o tossici.
La normativa è comunque chiara nel porre come prioritarie tutte quelle azioni che tendono a prevenire o ridurre la produzione di rifiuti ed a svolgere attività di recupero. Lo smaltimento deve essere preso in considerazione solo come ultima possibilità. Ciò si applica a tutti i rifiuti, pericolosi e non.
Ne deriva,quindi, un'ulteriore classificazione: Rifiuti non riutilizzabili (da avviare allo smaltimento) e Rifiuti Riutilizzabili (da avviare ad appositi procedimenti).
Smaltire i rifiuti speciali
Precedentemente abbiamo visto, a grandi linee, quali sono i rifiuti speciali. Essi vengono classificati, secondo un Codice Europeo dei Rifiuti con codice a 6 cifre, in cui la prima coppia indica l'attività che genera il rifiuto, la seconda coppia l'attività produttiva dal quale deriva e l'ultima il tipo di rifiuto. Qualora si tratti di un rifiuto pericoloso si aggiunge un asterisco alla fine.
Poiché esistono varie tipologie di rifiuti speciali, il loro smaltimento e la bonifica dei siti inquinanti, deve avvenire secondo ben definiti protocolli. La loro gestione è attualmente indicata, in tutte le tappe (raccolta, deposito temporaneo, trasporto e smaltimento) dal Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006 - di cui si è già accennato in precedenza - e dal Decreto Legislativo del 16 gennaio 2008, correttivo. Essi impongono le procedure per l'eliminazione dei rifiuti speciali di vario tipo, che amministrazioni locali e ditte specializzate devono seguire.