Alberto Fontana, una vita a difendere i pali tra Napoli, Bari e Inter
Alberto Fontana è stato un ottimo portiere, che ha saputo farsi valere in tutte le piazze ove ha giocato.
Un ottimo portiere
Alberto Fontana ha saputo dimostrare la sua affidabilità nel corso di una lunga carriera, affermandosi come portiere di sicuro rendimento. Non eccessivamente alto, almeno per gli standard odierni, ha sempre ovviato a questo piccolo limite con la grande reattività, tanto da caratterizzarsi come uno dei portieri più spettacolari degli anni in cui ha giocato.
Una lunghissima carriera
Nato il 23 gennaio del 1967, inizia nelle giovanili del Cesena, trasferendosi in prestito al Vis Pesaro, nel 1986-87, in C2. Tornato al Cesena, rimane fermo per un anno, per poi essere ceduto alla Spal, in C1, ove gioca con continuità e mostra in pieno le sue doti, tanto da convincere la squadra bianconera a riportarlo a casa. Nel 1990-91, finalmente, riesce a esordire nella massima serie e diventa titolare. Le sue parate, non bastano a impedire la caduta del Cesena e nelle due stagioni successive ne condivide la sorte. Trasferitosi a Bari nel 1993, contribuisce alla promozione dei galletti in serie A e rimane in Puglia per quattro anni, con un rendimento medio sempre molto alto. La sua bravura tra i pali e l’eleganza del suo stile, colpiscono l’occhio della tifoseria barese, che ne fa uno dei suoi beniamini. Nell’estate del 1997, si trasferisce a Bergamo, ove gioca per tre stagioni da titolare indiscusso, contribuendo alla promozione nella massima serie del 1999-00. Iniziata la successiva stagione tra i pali orobici, accetta le offerte del Napoli e si sposta sotto il Vesuvio, ove però non ha eccessiva fortuna. Tanto che alla fine della stagione, di fronte alla proposta di un contratto triennale, preferisce andare a fare la riserva di Francesco Toldo all’Inter. In quattro anni di nerazzurro, viene chiamato in campo solo 10 volte, ma non alza mai la voce. Nell’estate del 2005 può tornare a giocare con continuità, al Chievo, ove dimostra di non risentire della lunga inattività e contribuisce all’ottimo torneo dei veronesi, che alla fine del torneo, per effetto dello scandalo di Calciopoli, si ritrovano addirittura a giocare i preliminari di Champions League. Passa quindi al Palermo ove, partito da riserva di Agliardi, si conquista il posto di titolare, anche grazie all’infortunio del suo compagno. In rosanero va tutto bene sino al 2008, quando l’arrivo di Amelia provoca un contenzioso con il Presidente Zamparini, che porta infine alla sua esclusione dalla rosa e al suo ritiro dall’attività. Fa appena in tempo a stabilire un record, giocando la sua ultima partita all’età di 41 anni e 297 giorni, secondo in questo solo a Ballotta, il quale ha giocato la sua ultima partita a 44 anni suonati.