Antonio Di Pietro, un politico contro
Antonio Di Pietro è entrato in politica nel 1996, e due anni più tardi ha fondato l'Italia dei Valori. La sua battaglia contro Silvio Berlusconi, e contro il berlusconismo in generale, ha suscitato pareri contrastanti. Ecco perché.
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Chi è
La definizione di uomo contro, per Antonio Di Pietro, calza a pennello. Nato a Montenero di Bisaccia il 2 ottobre del 1950, il leader dell’Italia dei Valori, ex magistrato, è salito all’onore delle cronache nazionali in qualità di pubblico ministero. Dopo Mani Pulite, è entrato in politica nel 1996, e due anni più tardi ha fondato il movimento chiamato Italia dei Valori. Dal punto di vista ideologico, Di Pietro ha sempre sostenuto di non essere né di sinistra né di destra, e ha sempre rifuggito gli estremi, considerandosi un uomo di centro, dall’estrazione cattolica importante, e un liberale.
In politica
Sebbene nel momento in cui scese in campo per la prima volta Silvio Berlusconi abbia tentato di reclutare Di Pietro nel suo movimento (proponendogli di diventare Ministro dell'Interno nel suo primo governo, nel 1994), il leader dell'Italia dei Valori è sempre stato un fiero oppositore dell'uomo di Arcore, e nel corso delle sue legislature non ha mai mancato di chiederne le dimissioni in più occasioni, anche in maniera piuttosto colorita. Ma Di Pietro è un politico contro anche perché non di rado è andato contro il PD, vale a dire quell'alleato, sul fronte dell'opposizione, con il quale si è spesso trovato in disaccordo. Vicino spesso alle posizioni del Fatto Quotidiano e di Marco Travaglio, non lontano dalle idee espresse da Beppe Grillo e dal Movimento a Cinque Stelle, Di Pietro è entrato anche nell'occhio del ciclone per la sua supposta incapacità di scegliere gli uomini nel partito. È capitato spesso, infatti, che uomini eletti con l'IDV fossero accolti nel PDL, per salvare il governo: l'ultimo è stato l'ormai celebre Domenico Scilipoti. Non solo. A Di Pietro (che è stato anche Ministro delle Infrastrutture nel governo Prodi) viene contestata spesso una gestione personalistica del partito: critiche in questo senso provengono non solo da Giornale, quindi dall'altra parte dello schieramento politico, ma anche da Radio Radicale.it, il sito di Radio Radicale.