Biografia di Maximilian Schell
Maximilian Schell è un attore e regista austriaco. La sua carriera, lunga più di cinquanta anni, è stata ricca di successi e riconoscimenti. Schell è sicuramente tra gli attori di lingua non inglese, più noti di hollywood, un mostro sacro, al pari di Marcello Mastroianni. È noto anche per essere il padrino di Angelina Jolie.
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Biografia
Maximilian Schell nasce a Vienna l'8 dicembre 1930. La sua è una famiglia di attori, a cominciare dalla madre Margarete Schell Noè, una nota attrice di teatro di inizio secolo. Attori con alterne fortune anche il fratello Immy e, soprattutto, la sorella Maria che ebbe un ruolo centrale nella carriera del fratello. In seguito all'annessione dell'Austria da parte della Germania nazista (l'Anschluss del 1938) l'intera famiglia si trasferì a Zurigo dove i fratelli Schell iniziarono a calcare il palcoscenico sin da giovani e dove Maria sarebbe tornata definitivamente anni dopo, diventando cittadina svizzera. Come accennato, Maria ebbe un ruolo centrale nella carriera del fratello, al punto che il debutto di Maximilian ad Hollywood si deve ad un errore nelle comunicazioni. Infatti i produttori del film "I giovani leoni" del 1958 volevano scritturare Maria, invece si presentò Maximilian che ottenne la parte di co-protagonista con Marlon Brando e stupì tutti per il suo talento. Anni dopo (nel 2002) Maximilian rese omaggio alla sorella dirigendo il toccante documentario "Mia sorella Maria" in cui descrisse la vita ed il rapporto con sua sorella, ormai gravemente malata e ritiratasi a vita privata sulle montagne svizzere. Ma l'apice della carriera arrivò nel 1962 con la trasposizione cinematografica di un dramma televisivo che ebbe molto successo negli Stati Uniti: "Vincitori e vinti". La perfetta interpretazione dell'avvocato Hans Rolfe nel processo di Norimberga valse a Maximilian Schell l'oscar come attore protagonista, a scapito di Spencer Tracy che era stato candidato per lo stesso film. Dopo allora, Schell ha ricevuto altre due nomination come attore, una per "L'uomo della cabina di vetro" del 1975 ed un'altra per "Julia" del 1977, senza però riuscire più a vincere l'ambito premio. Comunque una carriera straordinaria e lunghissima che lo ha visto cimentarsi anche dietro la macchina da presa con il già citato documentario sulla sorella del 2002 e, ancora prima, con i film "Erste liebe" del 1970 e "Il pedone" del 1973 (nominato all'oscar come miglior film straniero).
Lavori
Giovani leoni;
Vincitori e vinti;
Il pedone;
Dossier Odessa;
Deep impact.