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Biografia di Totò

Pochi artisti possono fregiarsi di un titolo quale "Il Principe della risata". Quel titolo, Totò se lo è guadagnato sul campo. Ancora oggi è universalmente riconosciuto come uno tra i più grandi (se non il più grande) attore comico che l'Italia abbia mai avuto. Il suo aspro profilo è diventato un marchio, le sue battute sono linguaggio comune. Totò è un'icona italiana.

Biografia

Totò nacque come Antonio Clemente de Curtis, in un vecchio palazzo del rione Sanità a Napoli il 15 febbraio 1898. Solo nel 1937 fu riconosciuto dal padre naturale, il marchese Giuseppe de Curtis e nel 1945 il tribunale di Napoli gli consentì di utilizzare i titoli nobiliari. Visse l'intera infanzia nei vicoli di quello storico quartiere, ripudiando la scuola ed appassionandosi invece al teatro, nel quale debuttò nel 1913 con lo pseudonimo di Clerment. Partecipò da volontario alla grande Guerra, riuscendo però a farsi riformare dopo averne scoperto le brutture. Nel 1922 si trasferisce a Roma la famiglia riunita. Il successo giunse con la scrittura al teatro Jovinelli, dove nacque il personaggio con bombetta e pantaloni corti che portò con successo in tutt'Italia. Nel 1931 fu al centro di un famoso episodio di cronaca. Il 3 marzo si suicidò una famosa attrice del tempo, Liliana Castagnola. Dopo poco tempo si seppe che il suicidio era stato scatenato da un rifiuto di Totò, ormai stanco di quella relazione. Preso dal rimorso, Totò diene il nome di Liliana alla prima ed unica figlia nata nel 1933. Nel 1937 si affaccia al cinema con il film "Fermo con le mani" che ebbe scarso successo, ma che è ancora oggi ricordato per una parodia di Benito Mussolini. Allora tornò alla rivista ed insieme ad Anna Magnani diede vita a spettacoli esilaranti. Nel 1947 arrivò anche il successo cinematografico grazie a "I due orfanelli" e da allora girò anche tre film in un anno. In tutto girò 98 film sempre molto apprezzati dal pubblico, non sempre dalla critica. Fu premiato per due soli film: un nastro d'argento per "Guardie e ladri" ed una palma d'oro speciale al Festival di Cannes per "Uccellacci e uccellini" di Pasolini. Solo dopo la sua morte, avvenuta a Roma il 15 aprile 1967, la critica gli riconobbe quel valore che il pubblico aveva sempre sottolineato. Al suo funerale erano presenti più di 200.000 persone affrante. Secondo la leggenda ci fu anche un secondo funerale, voluto da un boss del suo rione natale, più di un mese dopo la morte effettiva. Si dice che la folla fosse anche maggiore.

Lavori

L'imperatore di Capri
Napoli milionaria
Totò, Peppino e la malafemmina
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