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Carmen: recensione del DVD del film diretto da Francesco Rosi

Tratto dall'omonima opera di Georges Bizet, il film, diretto da Francesco Rosi, è stato vincitore nel 1985 di ben 6 David di Donatello.

Uno spettacolo realistico di ampio respiro che non tradisce i toni del melodramma

Sulla scia della lezione del primo Visconti, anche Francesco Rosi si è dedicato all'incontro tra cinema e melodramma. Fortemente radicato a una poetica realistica, Rosi ha scelto non a caso un testo già fortemente "cinematografico": la "Carmen" di Bizet vive infatti di passioni intense, personaggi dai contrasti netti e un ambiente fortemente caratteristico. Se gli eroi di altri melodrammi appaiono improponibili, Carmen e i suoi amanti regalano agli spettatori forti emozioni e modelli in cui immedesimarsi, da riconoscere o perfino da temere.
Collocate da Rosi in un contesto realistico, tutte le scene (sia gli interni che gli esterni) sono girate in ambienti naturali: in questo modo si rende evidente come, pur adattando un'opera al cinema, si possano comunque recuperare gli elementi autentici della vita spagnola del tempo.
Il film, interpretato da Julia Migenes-Johnson (Carmen), Placido Domingo (don José) e Ruggero Raimondi (Escamillo), è stato distributo dalla Gaumont e uscì nelle sale italiane il 20 settembre 1984. Per entrare nello spirito dell'opera, Rosi ascoltò per mesi la musica di Georges Bizet. Si ispirò inoltre al romanzo Viaggio in Ispagna del barone Charles Davillier, illustrato da oltre 300 disegni di Gustave Doré nei quali Rosi ritrovò il mondo di Sierra de Ronda.

La critica: un successo immediato

Questa "Carmen all'aria aperta", come la definì Giovanni Grazzini sulle pagine del "Corriere della Sera" il 6 settembre 1984, soddisfò i critici italiani fin dalla sua prima apparizione alla Mostra di Venezia. In Francia il film divenne subito una "moda culturale" e il medesimo fenomeno si verificò qualche mese più tardi anche negli Stati Uniti; toni molto calorosi si ritrovano anche nella stampa inglese del tempo.
Rosi intuì che un'opera deve rimanere tale, non essere sfigurata, pertanto seppe portarla sullo schermo riconducendola sì a una sensibilità contemporanea, ma senza strapparla dalle convenzioni tipiche del teatro in musica: il regista ha dunque rispettato gli intendimenti originari di Bizet per creare dall'opera un film vitale.
Si è quindi di fronte a uno spettacolo dai forti contrasti luminosi, da una vivacità tipicamente mediterranea, generoso e ricchissimo di particolari che rivelano i pregi della fotografia di Pasqualino de Santis, della scenografia e dei costumi di Enrico Jobs e della coreografia di Antonio Gades. Si potrebbe discutere all'infinito sulla scelta realistica, ma almeno a livello figurativo il risultato è sontuoso.

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Titolo originale: charlie st. cloud nazione: canada, usa anno: 2010 genere: drammatico, sentimentale durata: 1h39m regia: burr steers sceneggiatura: fotografia: enrique chediak musiche: rolfe kent cast: zac efron, amanda crew, donal logue, charlie tahan, ray liotta, kim basinger, augustus prew, dave franco, matt ward, miles chalmers, jesse wheeler, desiree zurowski, adrian hough, jill teed, tegan moss.