Centrale dei Rischi della Banca d'Italia, che cos'è e quali funzioni svolge
La Centrale dei Rischi della Banca d'Italia, o più semplicemente CR, è un "organismo" che tiene d'occhio e verifica mensilmente le posizioni debitorie dei clienti di banche e finanziarie. Cosa significa, però, essere iscritti in questo registro? Per quanto tempo i dati vi permangono? E come funziona il tutto?
Posizione globale di rischio.
Come dice il nome stesso, la CR si occupa del calcolo periodico della posizione globale di rischio dei cittadini segnalati da istituti di credito o finanziarie. Attenzione, perché essere segnalati non vuol dire assolutamente essere dei "cattivi pagatori", ma che semplicemente si hanno aperte delle posizioni debitorie verso enti erogatori, che generalmente sono al di sotto dei 30 mila euro. Lo scopo del lavoro della Centrale dei rischi è quello, innanzitutto, di migliorare la stabilità del nostro Paese per quanto concerne la concessione del credito da parte di banche e finanziarie. Non meno importante l'obiettivo di erogare tali finanziamenti in base al cosiddetto "merito di credito". Naturalmente, minore (o meglio ancora inesistente) è la propria esposizione attuale, più alta è la probabilità di essere ammessi ad ottenere nuovi crediti. Chi, invece, non ha tali requisiti è più esposto a rischi finanziari, e la sua posizione va valutata con molto più parsimonia.
Come avviene il censimento dei cittadini, ovvero come lavora la CR.
Il censimento avviene tramite un continuo scambio di informazioni tra gli enti erogatori e la stessa Banca d'Italia. Entro ogni 25esimo giorno del mese arriva a quest'ultima la situazione dei clienti di banche e finanziarie riferite al mese precedente. Questo significa, ad esempio, che se un soggetto A ha contratto una posizione debitoria con una finanziaria in Marzo 2011, il censimento di A avviene entro il 25 Aprile.
Ribadendo che la segnalazione alla CR non significa assolutamente impossibilità di accesso al credito, ricordiamo che l'accesso ai dati è assolutamente protetto. Per questo motivo, solo gli interessati (o i loro delegati) possono presentare domanda alla Banca d'Italia per la visualizzazione della propria posizione, tramite un apposito modulo scaricabile dal sito "Bancaditalia.it".
La norma della privacy non vale, invece, nel caso di richieste da parte di società finanziarie, banche o magistratura. I dati non rimangono nel database per sempre, ma sono consultabili solo gli ultimi 36 mesi a partire dal momento della richiesta. Ciò significa, ad esempio, che se a Marzo 2011 si richiede la posizione di un soggetto, essa può essere verificata solo fino a Febbraio 2008.