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Cessione del V dello stipendio, come ottenere il finanziamento?

Una forma particolare di prestito è la "cessione del V" dello stipendio: per contrarlo, infatti, non occorrono garanzie particolari (fideiussioni, ipoteche), in quanto la garanzia è lo stipendio stesso, o la pensione in alcuni casi. A tal proposito, infatti, va detto che, i dipendenti ministeriali, a differenza dei dipendenti privati in cui la cessione del V ha fine con il termine del periodo lavorativo e l'entrata in pensione, possono trasferire il prestito sulla pensione INPDAP o INPS.

Chi e come ottenere la cessione del V dello stipendio

Possono richiedere la cessione del V dello stipendio i dipendenti pubblici o privati, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato (in alcuni casi anche con contratto a progetto o a termine, soltanto che la durata non può superare il termine della fine contratto). La cessione del V non può superare i 10 anni ed è minimo di 24 mesi. Non deve superare, comunque, il novantesimo anno di età del richiedente nel caso la cessione fosse trasferita sulla pensione.
Per ottenere la cessione del V è necessario rivolgersi ad una società di Mediazione creditizia iscritta all'Albo della Banca d'Italia. In questa direzione sarà il Mediatore creditizio (iscritto all'ISVAP e all'Albo Agenti in attività finanziaria) a far interfacciare il richiedente con le banche (il DPR 180/50 individua i soggetti autorizzati ad erogare la cessione del V, all'articolo 15). Il compenso del Mediatore viene pagato da queste ultime, è vietato, infatti chiedere compensi al richiedente.
A tutela stessa del Mediatore viene stipulata una polizza assicurativa obbligatoria che copre il prestito in caso di morte o in caso di perdita del lavoro del richiedente
Va detto che l'importo del prestito richiesto non può superare il 20% dello stipendio netto; inoltre, è una forma richiedibile anche da chi risulta protestato o segnalato presso una centrale rischi (quindi un cattivo pagatore).

Cessione del V: legislazione

La Cessione del quinto dello stipendio è disciplinata dal DPR 5 gennaio 1950 n. 180, con relativo regolamento di attuazione DPR 28 luglio 1950, n. 895.
Con la legge n. 80 del 14 maggio 2005 si aggiorna la disciplina di una forma di prestito esistente già nel 1861 quando il Re Vittorio Emanuele II lo utilizzava per concedere agevolazioni ai dipendenti statali.

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