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I film americani degli anni '90, una panoramica

Il decennio di fine secolo, relativamente al cinema, è influenzato negli Stati Uniti da due principali cambiamenti: l’avvento di nuove tecnologie e il cambiamento della politica che dal bellicoso reaganismo passa al più mite clima clintoniano.

Il lascito degli anni ‘80

Gli anni ’80 erano stati anni dove i film made US si proiettavano verso il futuro con il proliferare delle cosiddette “fiction” dal tema fantascientifico e dal consolidarsi di figure di eroi buoni (per gli americani ovviamente) che, attraverso le interpretazioni di Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis, Steven Segal, Dolph Lundgren, Jean-Claude Van Damme, Wesley Snipes, avevano sondato ogni recondito angolo dell’universo alla ricerca degli ultimi cattivi. Da molti considerata come l’era Spielberg, quella degli anni ’80 proietterà nel decennio successivo temi e serie degne di ulteriori episodi, che da un lato subiranno delle esacerbazioni estremizzandosi anche grazie alle nuove tecnologie, dall’altra, una incontestabile e decisa variazione di rotta a seguito del cambiamento di gusti decretato al n. 1600 di Pennsylvania Avenue.

Anni ‘90

I temi trattati dal cinema fondamentalmente non variarono molto, segno che un certo gusto diffuso permaneva; i fattori che iniziarono a mutare decisamente furono la prospettiva e la tecnica.
La prospettiva mutò in senso realmente politico, allorché tematiche come la guerra iniziarono ad essere inquadrate non più da "conquistatori per dovere", quanto proponendo talune riflessioni sulla congruità del sistema:”La lista di Schindler”, “Salvate il soldato Ryan”, “La linea rossa”, si presentano con una serie di riflessioni che allontanalo dai toni sia enfatizzanti che brutalmente polemici che avevano contraddistinto “Platoon” oppure “Full metal jacket”. Apriranno dunque la strada a film come “Indipendence day”, “Armageddon” o lo stesso “Stargate” che non solo allungheranno la distanza con l’ipotetico nemico, ma, nel contempo, con l'aiuto della tecnica, inaugureranno un filone fantascientifico che farà da contrappeso alla incombente paura generata da serie come “Alien”. La paura rimarrà comunque elisir per l’ispirazione che porterà ad indagare, specchio della moderna società, le recondite motivazioni che si possono nascondere dietro i killer psicopatici, in pellicole come “Il silenzio degli innocenti” o, altre degenerazioni sociali come in “Pulp fiction” o ancora, più subdolamente in “Attrazione fatale” o “Basic instinct”. Da questa epopea scaturirà poi, per uno spirito di autodifesa, l’infinita serie delle saghe poliziesche tipo NCIS o CSI o quella, più torbida e intrigante perché ai debordante nel fantastico, della serie dei giustizieri solitari, quali “Batman” o "Terminator”, emblema di quel cambiamento di rotta che lo fa divenire vittima di un robotico esistenzialismo dalla radice umana. Le macchine inizieranno ad avere un’anima e a confrontarsi con le debolezze umane; sarà il modello di “Matrix”, proprio del 1999, che traghetterà i film d'America, novello Caronte, in questo nuovo secolo di confronti cibernetici.

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