Il caso Thomas Crawford (2007): recensione
Il caso Thomas Crawford, titolo originale in inglese Fracture, è un film del 2007 con la regia di Gregory Hoblit.
La trama
Il protagonista è Thomas Crawford, interpretato da Anthony Hopkins, il proprietario di una piccola compagnia aerea che dopo aver scoperto il tradimento della propria moglie Jennifer, l'attrice Embeth Davidtz, idea un piano per ucciderla e far ricadere la colpa sul suo giovane amante.
Crawford spara alla giovane e bella consorte e in seguito chiama la polizia per confessare il delitto ma l’arma usata non viene ritrovata in casa, eppure non dovrebbe esserci.
A indagare sul caso è chiamato proprio l’amante di Jennifer, il detective Nunally, interpretato da Billy Burke.
Crawford è sottoposto a processo per omicidio ma non essendo stata ritrovata la pistola la sua confessione potrebbe non bastare all'avvocato dell'Ufficio del procuratore Willy Beachum, l’attoreRyan Gosling, per ottenerne la condanna.
Commento
Il film è un bel thriller psicologico basato sulla deduzione e l’intelligenza dei vari personaggi, primo su tutti il protagonista dalla mente fredda e calcolatrice.
Pur sapendo fin dall’inizio che Crawford è colpevole e che cerca di incastrare Nunally non vengono rivelati tutti i retroscena fino al colpo di scena finale rendendo il legal thriller mai noioso o scontato.
Spicca su tutti l’interpretazione del sempre ottimo Hopkins nella parte di uno spietato assassino a sangue freddo, dalla mente vivace e dalle mille risorse che regala allo spettatore una serie di gelidi sguardi e sorrisi diabolici.
Bravo anche Gosling nella parte di un avvocato che è solito vincere le cause e che in caso di sconfitta potrebbe pregiudicare la propria carriera che dovrebbe spalancargli le porte di un prestigioso studio legale. Egli però si dimostra onesto non accettando la soluzione più facile che gli viene proposta da alcuni poliziotti, ovvero quella di manomettere le prove per incastrare l’indiziato. Se da una parte Crawford per forza di cose non attira la nostra simpatia essendo un assassino, dall'altra non risulta simpatico neppure l'arrogante Beachum che deve decidere se seguire la legge oppure lasciarsi tentare dalla soluzione più facile per vincere sicuramente la causa e non intaccare la sua media di vittorie in aula.