Lars von Trier, biografia e filmografia
Nato in Danimarca il 30 aprile del 1956, Lars Von Trier muove i primi passi nel mondo della cinematografia dapprima come montatore e direttore della fotografia e, pian piano, come attore, sceneggiatore e infine in qualità di discusso e geniale regista.
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Note biografiche
Due sono le tappe della sua infanzia che è indispensabile citare per capire il percorso personale e lavorativo intrapreso da Von Trier.
Prima fra tutte è il tipo di educazione che i genitori di Lars decidono di impartirgli e che tanta influenza avrà nella sua maturazione finale. Essi infatti permettono al giovane di crescere nella più assoluta libertà, lasciando che, sin da piccolo, egli impari ad imporsi delle regole in piena autonomia, che capisca come autogestirsi senza alcuna ingerenza esterna. Questa tipo di indirizzo educativo, però, porterà il regista a sviluppare una forte predisposizione all’autorità che grandi difficoltà gli creerà soprattutto durante gli anni di studio in uno degli istituti danesi più severi, il Lundtofte.
Altra nota biografica fondamentale per capire appieno la personalità di Von Trier, nonché le sue scelte future è la scoperta in età già adulta che il padre, di origine ebraica, che aveva sempre considerato tale, in realtà non era quello biologico. Superato il comprensibile shock iniziale, il regista tenterà di recuperare le proprie vere radici, ricerca che gli svelerà di essere figlio di un noto compositore danese con il quale però non riuscirà mai ad avere alcun rapporto diretto.
Filmografia
Quello che Lars Von Trier intraprende con il cinema invece è un rapporto molto solido oltre che precoce. Già all’età di tredici anni infatti egli ha la possibilità di presenziare in una serie televisiva pur cominciando a mostrare interesse anche per il montaggio e la ripresa. Dopo i primi cortometraggi del 1977, il primo successo di pubblico, seppur non danese, giunge nel 1984 con la pellicola L’elemento del crimine, della trilogia Europa, lavoro che lo porterà fino a Cannes per ritirare il premio di miglior contributo tecnico. Completamente snobbato in patria, negli anni che seguono Lars Von Trier oltrepassa senza timore le porte che l’Europa gli spalanca e firma Le onde del destino del 1996 e Idioti nel 1998, film accolti tra polemiche ed entusiastiche recensioni. Il vero successo di questo personaggio originale e controverso arriverà però solo nel 2000 con Dancer in the dark, musical interpretato dalla cantante islandese Bjӧrk, e con Dogville, film che conta Nicole Kidman tra i protagonisti. Attualmente il regista è in lizza con il suo ultimo lavoro, Melancholia, per il concorso dell’edizione 2011 del Festival di Cannes, anche se egli ha dovuto abbandonare l’evento per via di una infelice dichiarazione di stampo filonazista.