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Renato Zero: storia del cantante romano

Amatissimo artista, che negli anni ha collezionato successi e clamori, per le sue tante provocazioni, ma soprattutto per il profondo senso di libertà che ha sempre cercato di trasmettere nella sua musica: Renato Zero.

Il re dei Sorcini.

Renato Fiacchini, nasce a Roma il 30 settembre 1950, è un cantante, attore, cantautore, ballerino e produttore discografico. Scegli di chiamarsi Zero, per tutte le volte che da ragazzino si è sentito dire di valere pochissimo, appunto zero. Provocatorio, ribelle, personaggio sopra le righe, ha lasciato la scuola giovanissimo per dedicarsi soltanto alla musica, sua unica e vera passione. A 14 anni riceve il primo ingaggio, infatti il ballerino, Don Lurio lo nota in una delle sue esibizioni al Piper, famosissimo locale notturno capitolino, Renato Zero sarà uno dei ballerini in una trasmissione con Rita Pavone, anche lei a quei tempi giovanissima. È protagonista di vari caroselli per una famosa marca di gelati dell'epoca, inoltre stringe una forte amicizia con due personaggi molto amati, Loredana Bertè e Mia Martini, anche loro come Renato Zero in cerca di fama e successo. All'inizio degli anni '70 finalmente può definire per bene i contorni del suo "folle" personaggio, ornato di paillettes, lustrini, piume e trucco evidente, in giro porterà il messaggio contro la droga e l'aborto con i brani "Sogni nel buio" e "La tua idea". Inoltre i suoi eclatanti travestimenti indicano un chiaro messaggio di libertà sessuale, infatti Renato Zero ha sempre ammesso di non avere barriere riguardo questo argomento, creando le canzoni "Triangolo" e " Sbattiamoci". L'amore del pubblico nei suoi confronti è tutt'oggi evidente e dimostrato, i suoi "sorcini" lo amano follemente. Il soprannome deriva da un episodio in cui molti fans accalcati aspettavano che il loro idolo arrivasse, quando Zero arrivò li vide come tanti sorci in attesa e dunque li ribattezzò da Zerofolli, appellativo con cui si facevano chiamare inizialmente, a sorcini appunto, nel 1981 gli dedica " I figli della topa".

Crisi.

Ma Renato Zero non vive solo momenti di successo, durante gli anni le troppe aspettative che il pubblico e i fans hanno nei suoi riguardi lo porterà a fare scelte poco ponderate, finché nel 1991 partecipa al suo primo festival di Sanremo con un brano scritto da Mariella Nava, dal titolo "Spalle al muro". Il pubblico subito dopo l'esibizione si alza in piedi e lo applaude calorosamente, purtroppo non vincerà la kermesse, ma l'album, Prometeo contenente questo brano, venderà 250.000 copie. Torna a Saneremo 2 anni dopo con "Ave Maria", il pubblico in delirio lo applaude per 10 minuti. A Maggio di quest'anno è uscito "zero 6" in DVD una raccolta di tre dischi contenenti concerti, brani e news.

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