San Michele: storia del santo
San Michele è uno dei Santi più popolari, come dimostrano i tanti luoghi di culto che gli sono stati dedicati.
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San Michele
San Michele è un Santo estremamente popolare, il cui culto non conosce crisi. Citato varie volte nelle scritture, viene considerato il “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè di quella fazione di angeli in lotta contro il male. Male che San Giovanni Evangelista rappresenta come un dragone coi suoi angeli che, sconfitto, viene cacciato dai cieli e precipitato sulla Terra. Altre scritture, presentano una versione leggermente discordante, che tende a rappresentare il dragone come un angelo che volendo farsi grande quanto Dio, viene da questi precipitato, insieme alla schiera di coloro che hanno osato seguirlo.
Un Santo estremamente popolare
Michele viene rappresentato come l’angelo guerriero che, in nome di Dio, e rivestito di armatura dorata, lotta perennemente contro il Demonio che, dopo la sua disgrazia, continua la ribellione contro Dio nel mondo, spargendone il seme malefico. Anche nelle numerose opere d’arte che lo raffigurano, compare in questo modo. Già nel mondo pagano, San Michele rappresentava una divinità e soprattutto nel Medio Oriente, dopo l’affermazione del cristianesimo, il suo culto è stato estremamente fiorente, come testimoniato dal grande numero di luoghi di culto a lui dedicati. In particolare, i santuari che ne portano il nome, sono sempre stati meta di pellegrinaggio costante. Non c’è stato orientale e nordafricano, che non presenti testimonianze in tal senso. E persino il Nilo è stato posto sotto la sua protezione così come gli è dedicata la chiesa funeraria del Cremlino, a Mosca. Mentre in Occidente, il culto ha avuto larga diffusione nel mondo longobardo, nell’Impero Romano e nello Stato Carolingio. Il più celebre santuario italiano, a lui dedicato, è quello sul Monte Gargano. Il quale fu costruito dal vescovo di Siponto, San Lorenzo Maiorano, dopo una vicenda estremamente complessa che aveva visto l'apparizione del santo in una grotta. Proprio il vescovo, indisse tre giorni di preghiere e penitenze sul luogo durante le quali, San Michele apparve all’ingresso dello stesso rivelandogli: “Io sono l’arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini…Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la grotta al culto cristiano”. Il desiderio di san Michele, però fu esaudito solo dopo altre peripezie ed esitazioni.