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Sant'Anatolia di Narco, informazioni e storia

Sant'Anatolia di Narco si trova nel cuore dell’Umbria, in provincia di Perugia, tra le campagne della Valle del Nera, a 328 metri s.l.m.. È un piccolo borgo di poco più di 500 abitanti, che vive di agricoltura e, soprattutto nel periodo estivo, diventa meta turistica.

Le origini del borgo

Le sue origini risalgono al periodo pre-romano, come dimostrano i numerosi reperti che sono stati ritrovati nella necropoli in località il Piano, appartenenti alle popolazioni etrusche che abitarono in questo territorio ed esposti al Museo Archeologico di Firenze.
Secondo la tradizione il paese deve il suo nome ad Anatolia, di ricca famiglia romana, che visse relegata nel territorio di Tora e fu uccisa martirizzata. Dopo il ritrovamento del suo corpo ebbe inizio la sua venerazione grazie ai Benedettini che ne promossero il culto.
Il toponimo “Narco”, invece, deriva da “nar” che significa “acqua”.
Il paese ebbe anche una certa importanza religiosa soprattutto legata alla diffusione del cristianesimo, infatti l’antica chiesa di Santa Maria di Narco, realizzata all’interno del castello, che oggi versa in stato di abbandono, divenne il principale centro religioso di tutta la valle e da essa dipesero molti altri edifici religiosi del territorio. Fu anche feudo della vicina Spoleto nel XVIII secolo e solo dopo alterne vicende acquistò l’autonomia nel 1930.

Da vedere a Sant’Anatolia di Narco

L’impianto urbanistico del paese è d’impronta medievale, circondato com’è da una cinta di mura risalenti al Trecento, nella quale svettano due torrioni, e sovrastato in alto dalla mole del castello, realizzato nel Duecento, che rappresenta il cuore del borgo medievale. Passeggiando per le vie del borgo si incontrano diverse chiese e monasteri e palazzi, testimoni di un passato ricco di storia.
Una visita la meritano la chiesa parrocchiale dedicata a Sant'Anatolia, adorna all’interno di pregevoli affreschi risalenti al Trecento, e il Santuario della Madonna delle Grazie, lungo la via per Scheggino, sorta in origine come edicola rurale che conserva affreschi di varie epoche. Nei suoi pressi s’incontra l’ex convento di Santa Croce, il cui impianto originario risale al Medioevo e nei secoli ha subito diverse trasformazioni, all’interno del quale si racconta abbia vissuto la Beata Cristina, Terziaria francescana.
Anche il territorio attorno regala spunti interessanti, come ad esempio il villaggio medievale di Castel San Felice e l’omonima chiesa parrocchiale, splendida con il suo rosone raffigurante storie di San Felice, autentica perla del romanico umbro.

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