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Stargate: differenze tra il film e la serie televisiva

Dal film cinematografico al fenomeno di culto televisivo.

Stargate: il film (1994)

Diretto da Roland Emmerich e scritto con Dean Devlin, ha vinto un Saturn Award come miglior film di fantascienza. In Egitto viene rinvenuto un anello, di un materiale sconosciuto, con sopra incisi dei geroglifici che saranno decifrati solo anni dopo da un promettente egittologo, Daniel Jackson (James Spader). Costui scoprirà che l’anello è uno “stargate”, una "porta per le stelle" che consente un viaggio interplanetario verso una meta esterna al sistema solare. Lo studioso partirà con un gruppo di soldati, guidati dal colonnello Jonathan O’Neill (Kurt Russel), e giungerà in un pianeta simile all’antico Egitto, dove una comunità di uomini è ridotta in schiavitù da un extraterrestre, osannato come la divinità Ra. L’essere ha costruito lo stargate per viaggiare fra i mondi e depredare gli umani dell’energia necessaria a garantirgli la vita eterna. Accantonata la possibilità di realizzare una trilogia per problemi burocratici, dal film è stata tratta una serie in tv.

Stargate SG-1: la serie

Basandosi sulle scarne indicazioni del film, in SG1 si è potuto ricreare un intero universo, con un compendio di razze aliene che si sono suddivise il controllo dello spazio grazie a tecnologie avanzatissime. Somiglia a Star Trek, ma le vicende sono ambientate ai giorni nostri e non proiettate nel futuro. Sulla Terra arriva un alieno chiamato Apophis. Il colonnello Jack O’Neill (Richard Dean Anderson) e il dottor Daniel Jackson (Michael Shanks) scoprono che lo Stargate può condurre su un’infinità di mondi e che, oltre a Ra, esistono altri alieni che vogliono servirsi di esso per schiavizzare civiltà. Il governo americano organizza un programma di esplorazione per trovare tecnologie utili a difendere la Terra.

Differenze tra il film e il telefilm

Rispetto alla serie, il film parte con un vantaggio: l’alone di mistero che avvolge la cultura egiziana e il fascino della ri-scoperta di un mondo temporalmente lontano eppure reso spazialmente vicino dalla potenza dello Stargate. L’elemento “magico” di uno strumento in grado di collegare i mondi, nonostante la futuristica tecnologia di Ra, fa assumere al tutto il sapore di una favola fantascientifica, col sospirato lieto fine. Nella serie, l’aspetto “mitologico” è tralasciato in favore di un’impostazione scientifica. Lo Stargate non è una scorciatoia spazio-temporale che consente l’accesso a un mondo alieno, ma un congegno tecnologico che, se accuratamente programmato, può trasportare in infiniti mondi. Diventa centrale il concetto dell’esplorazione, non sempre pacifica: i mondi visitati sono fonte di pericolo ma anche di arricchimento culturale grazie all’incontro con civiltà tanto diverse dalla nostra. Nel film la battaglia per la difesa della Terra è fondamentale, nella serie è declinata sullo sfondo. Nel complesso, i risultati della serie sono soddisfacenti, ma il film resta una perla che un sequel potrebbe danneggiare.

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