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The Rum Diary (2011): scheda e recensione del film

Un film da poeti maledetti, esagerato, eccessivo, come il suo attore protagonista: Johnny Deep. Diretto da Bruce Robinson, tratto dal romanzo di Thompson, un film all'insegna del vizio.

Scheda, trama e recensione

Scheda: - Titolo: The Rum diary - Anno: ultimato nel 2010 e disponibile nelle sale cinematografiche nel 2011
- Paese: USA/Portorico
- Genere: drammatico/avventura
- Regia e sceneggiatura: Bruce Robinson
- Soggetto: tratto dal romanzo semi auto-biografico "Cronache del Rum" di Hunter S.Thompson
- Cast: Johnny Deep nel ruolo di Paul Kemp, Amber Heard nel ruolo di Chenault, Aaron Eckhart nel ruolo di Sanderson e Richard Jenkins nel ruolo di Lotterman Trama: Siamo alla fine degli anni '50 con un Johnny Deep nei panni del giornalista Paul Kemp che, annoiato dalla sua routine frenetica newyorkese, decide di andare a lavorare per il giornale locale San Juan Star, a Portorico. Qui incontra tutto quello che spezza il suo equilibrio, ossia eccessi di ogni tipo: donne, alcol e vizi di ogni genere. La fatica tremenda nel tentativo di uscire da questa spirale lo porta in seguito a realizzarsi come scrittore. Recensione: Il cinema sembra affezionato allo scrittore Hunter S. Thompson. Infatti dopo il successo di "Where the Buffalo Room" e "Paura e delirio a Las Vegas", dopo quasi trent'anni dal primo e una decina dal secondo, ecco che ritorna un film tratto dal romanzo semi-autobiografico del Thompson, scritto nel 1958 e uscito solo nel 1998.
Un Johnny Deep che nel rum diary ci sta molto bene: autodistruttivo, sfrenato, al limite dell'eccesso, l'attore è già conosciuto per questo genere di interpretazioni. Inizialmente si pensava a un altro attore sanguigno come Benicio del Toro, ma poi l'affetto intellettuale che lega Deep allo scrittore Thompson ha avuto la meglio.
Il ritmo vitale del film ruota intorno a un poeta maledetto moderno, con un'interpretazione che fa pensare subito alla saga dei belli e maledetti, dannati, come direbbe una citazione di Charles Bukowski: "Quelli persi, andati, spiritati, fottuti, quelli con l'anima in fiamme".
Orchestrato da un regista altrettanto tormentato come Bruce Robinson, insofferente al sistema e restio alla mondanità, tanto da rifugiarsi nella sua casa di campagna in Inghilterra per scrivere, isolato dal resto del mondo.

Aspetti positivi

Adatto al pubblico amante del cinema eccessivo, tormentato, filosofico e da "Poet Maudit".

Aspetti negativi

Non adatto a chi non ama particolarmente il "Genere Deep". Comico, spinto all'eccesso da sembrar surreale, non è un genere adatto agli intelletti non sensibili ad alcune dinamiche dei vizi: gli eccessi e le esagerazioni in primis.

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