The Sniper: recensione del film di Dante Lam
"The Sniper" è un action thriller diretto da Dante Lam Chiu-Yin, regista e coreografo d'azione di Hong Kong. Autore di "The Viral Factor", "Fire of Conscience", "Vampire Effect" e "The Stool Pigeon", Lam nel 1998 ha vinto l'Hong Kong Film Award come miglior regista per "Beast Stalker".
Thriller e poliziesco a Hong Kong
"The Sniper" è la storia di tre tiratori scelti della Polizia di Hong Kong, interpretati da Richie Ren, Edison Chen e Haung Xiaoming, ai quali si unirà un giovane immischiato in una vecchia diatriba tra i suoi maestri e un ex appartenente del gruppo. Quest'ultimo, uscito da poco dal carcere, crederà di redimersi alleandosi con uno dei peggiori criminali della città, finendo così per scontrarsi con i tre cecchini. Regna sovrano il principio della contrapposizione tra bene e male, bensì chiaramente non delegato a un dio superiore, così come sancito dalla tradizione filosofica orientale che porta spesso a ribaltare la realtà delle cose, cambiandone il punto di vista.
Il film è uscito nelle sale nel 2009, ma in realtà fu girato nel maggio dell'anno prima e poi bloccato a causa di alcune foto scandalistiche di Edison Chen, uno dei tre attori protagonisti.
Redenzione, vendetta, follia... ma in un'atmosfera rarefatta
Realizzato con meno di quattro milioni di dollari, il film reca alla base un'idea originale: una faida interna tra cecchini della Polizia di Hong Kong, il percorso di crescita di una giovane recluta, la caduta nell'abisso della follia dell'antagonista, due storie che si intrecciano in un incastro fatale, un pizzico di melodramma e l'inevitabile sparatoria finale.
Diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare, non esplode quasi nulla. Si lascia solo molto spazio a un'atmosfera dilatata e sospesa, in sintonia, si potrebbe dire, con il clima di concentrazione e di attesa che si presume respirino i veri cecchini. L'attenzione dello spettatore è mantenuta alta da alcuni abili colpi di genio disseminati dal regista per tutta la durata della pellicola, e alcuni enigmi trovano la loro soluzione giusto un attimo prima che compaiano i titoli di coda. Qualche caduta di machismo la si riscontra nelle fasi dell'addestramento e forse si sarebbe potuto lavorare di più sul parallelismo tra la poetica del caricatore infinito e l'inedito one shot-one kill.
Non è sicuramente un colossal né un titolo per le classifiche di fine anno, ma agli amanti del genere questo "The Sniper" potrebbe non dispiacere affatto. È solo questione di gusti.