Happy Days DVD: recensione della serie TV
Happy days. Anni spensierati!
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Happy days. Recensione
Happy days, la notissima serie Tv, debuttò in televisione a metà degli anni '70 e andò in onda fino a metà degli anni Ottanta. Partita in sordina, e con alcuni mutamenti in corsa (il personaggio di Arthur Fonzarelli fu pian piano ammorbidito da bad boy a duro dal cuore tenero), si affermò come un appuntamento immancabile il cui mito dura fino ad oggi. Ma cosa rese questo telefilm così speciale?
In primo luogo, la scelta degli attori. Un cast veramente indovinato e affiatato.
Ancora, l'idea di ambientare le vicende dei protagonisti nell'America degli anni Cinquanta, un paese solido e virtuoso, al quale gli Stati Uniti di Ronald Reagan potevano guardare come un paradiso perduto e sempre rimpianto.
La famiglia Cunningham - composta da papà con un negozio di articoli idraulici, mamma casalinga un poco svampita, e i figli Richie, studente bravo e serio e la sorellina Joanie, detta Sottiletta, piccola peste pettegola - rappresentava l'America middle class nel momento del suo massimo splendore, quando il sogno americano sembrava a portata di mano. Fanno da contraltare alla simpatica famiglia un serie di personaggi più o meno svitati che partecipano alle vicende dei nostri eroi, come compagni di scuola, il proprietario di Arnold's, il locale dove si riuniscono i ragazzi dopo la scuola. E, infine, Fonzie, interpretato da Henry Winkler. Quest'ultimo è il motore intorno a cui gira la serie. Meccanico eccezionale, duro, non ha bisogno di nulla per esercitare la sua misteriosa autorità. Il juke box si accende da solo a una sua occhiata. Le donne cadono ai suoi piedi. In una spassosa puntata, nella quale Fonzie, cittadino per eccellenza, viene convinto a partecipare a uno stupido campeggio, le creature dei boschi ammutoliscono dopo che lui, esasperato dal loro chiacchiericcio, ordina un perentorio “silenzio!”. Fonzie, dopo una serie di incomprensioni, viene in pratica adottato dalla famiglia Cunningham e va a vivere in una dependance ricavata sopra il loro garage, coccolato da tutti i membri della famiglia e, in particolare, dalla sig.ra Cunningham che è oggetto anche dei lusinghieri complimenti da irriducibile play boy italo-americano, dando vita a siparietti veramente esilaranti.
Happy days. Fine della serie
Le tematiche presenti nel telefilm, anche se qualche volta serie, sono sempre trattate con mano leggerissima.
E non è un caso che questioni scottanti per l'epoca (come l'integrazione delle minoranze) siano appena sfiorate, come pure le difficili scelte in politica estera.
Lo stesso telefilm si ferma, infatti, al momento della crescita dei protagonisti. Richie, il caro ragazzo, va al college, incontra la ragazza della vita, compie il servizio militare e si sposa mettendo su famiglia: con l'arrivo della maturità, terminano anche le spensierate vicende della serie.