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Il sergente nella neve, recensione del libro

Trama e recensione delle drammatiche vicissitudini di un gruppo di alpini nella seconda guerra mondiale in Russia.

Trama

"il sergente nella neve" è il diario di un alpino, il caporalmaggiore Rigoni, che ci descrive, fuor di metafora, l'esperienza di un gruppo di alpini nella campagna di Russia della seconda guerra mondiale. Non c'è nessun accenno alla situazione politica, nessun giudizio sui personaggi storici di quell'epoca ma solamente la devastante quotidianità della guerra per un gruppo di ragazzi in una delle zone più difficili dove un uomo possa sopravvivere. L'unico loro desiderio è quello di tornare nelle loro case, di tornare alle loro vite, ed è proprio questa speranza che riesce a dare la forza mentale per non impazzire ai nostri connazionali che devono ogni giorno lottare contro la paura della morte, contro i pidocchi, contro la fame, contro il freddo ed evidentemente contro i russi, che però ci vengono descritti senza un minimo di odio, coscienti di essere ragazzi nelle loro stesse condizioni ma che sono costretti a combattere. L'avanzata dei sovietici è inarrestabile e costringe il protagonista e i suoi commilitoni a ripiegare fuggendo in una notte di tempesta, carichi come muli, verso la salvezza... purtroppo molti non ce la faranno, molti semplicemente cadranno sfiniti nella neve ed aspetteranno la loro sorte che nel migliore dei casi, sarà di morire assiderati. Alcuni, alla fine di questa avventura, riusciranno a tornare in Italia, oramai uomini, celando nella mente e nel cuore i ricordi insopportabili dell'ennesima guerra inutile.

Recensione

Questo libro è scritto con l'unico intento di mostrare, in maniera diretta, l'orrore della guerra. Il linguaggio utilizzato è molto semplice, frasi brevi che lasciano ben poco all'immaginazione. Spesso vengono utilizzati anche i dialetti che ci danno un'immagine assai viva dei personaggi coinvolti, dando loro un'anima innocente, ricoperta di sangue, ma senza per questo diventare dei mostri. Nei tratti più drammatici ci sono moltissimi termini ripetuti continuamente che creano nel lettore un forte senso di angoscia, quasi si può essere colti dal panico, da un velo di claustrofobia, da una difficoltà nel tirare fuori l'aria che ovviamente, in maniera molto amplificata, è proprio quello che stanno vivendo il caporalmaggiore Rigoni e i suoi compagni. Mi sento di consigliare questo libro a tutti, non è piacevole da leggere e non deve esserlo ma ci regala grandi insegnamenti e ci fornisce un ritratto impareggiabile della guerra e della forza dell'animo umano.

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