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La Rai è ancora la più grande azienda culturale d'Italia?

Breve riflessione sullo stato di salute della Radiotelevisione Italiana.

L'istituzione RAI

Nata nel 1924 come Unione Radiofonica Italiana e divenuta quella che conosciamo oggi, cioè RAI (Radiotelevisione Italiana) nel 1954, quest'azienda che ha accompagnato le vite di tante generazioni di Italiani ha visto cambiare la società e ha contribuito in misura notevole alla diffusione di atteggiamenti, mode, e anche di una certa coscienza nazionale.
Il settore aziendale cui l'immaginario popolare fa riferimento quando sente il nome "RAI" è senza dubbio quello televisivo, ma la compagnia sviluppa la sua attività in molti altri campi, come la radiofonia (inizialmente l'unico settore in cui era attiva), o l'editoria, o addirittura la cinematografia.
La RAI ha contribuito non poco, soprattutto ai suoi albori, alla diffusione di una cultura di base, snocciolata in maniera tale da non incutere soggezione a tutta quella parte della popolazione italiana che per forza di cose non aveva avuto l'opportunità di studiare e ancora, negli anni Sessanta, era analfabeta (fu una celeberrima trasmissione, Non è mai troppo tardi, cmondotta da Alberto Manzi, a permettere a un milione e mezzo circa di Italiani di conseguire la licenza elementare). Guardando oggi allo stato di salute della maggiore azienda di comunicazione italiana sembra che le cose siano cambiate drasticamente: reality show discutibili riempiono i palinsesti televisivi; personaggi di dubbio gusto e privi di preparazione affollano i programmi; situazioni al limite dell'imbarazzante coinvolgono le alte sfere della compagnia in diatribe etico-morali.

Non tutto è come sembra

In realtà, nonostante sia innegabile che il livello culturale della compagnia si sia abbassato notevolmente negli ultimi decenni, la situazione, forse, è meno critica di quel che sembra; i programmi televisivi sono uno specchio del nostro tempo: se chi sta dall'altra parte dello schermo continua a guardare la televisione significa che in qualche maniera si identifica in ciò che vede, o quantomeno se ne compiace. Si deve ricordare, inoltre, che la TV offre anche programmi interessanti, anche se spesso relegati in fasce orarie piuttosto scomode.
Altro punto da evidenziare: con il digitale terrestre sono nati nuovi canali, alcuni dei quali tematici, come Rai News 24, che di certo rispondono alle esigenze di un pubblico più esigente. Ancora: la RAI, come detto, è anche altro dalla televisione, e in particolare è radio; una radio che offre una varietà di spunti molto interessanti (facciamo l'esempio di Fahrenheit, tanto per citare uno dei bei programmi in onda).
In definitiva, l'offerta della RAI, ad oggi, si è allargata di molto, e come spesso accade la quantità non sempre corrisponde a qualità. Ma se si cerca bene, la qualità si può trovare ugualmente.

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