Michele Santoro, un giornalista scomodo

Michele Santoro, un personaggio che calamita la discussione sulle sue trasmissioni.

Chi è Michele Santoro

Michele Santoro, è uno di più famosi giornalisti italiani e, sicuramente, il più scomodo in assoluto. Basti pensare al famoso "Editto Bulgaro" col quale il Presidente del Consiglio cercò di eliminarne la presenza dagli schermi, insieme ad altri interlocutori scomodi tra i quali il più famoso era Enzo Biagi. La sua collocazione politica, nettamente schierata a sinistra e la sua irriducibile avversione a piegarsi alle imposizioni della politica, lo hanno portato ripetutamente sotto l'occhio dei riflettori. E in questi ultimi mesi, lo è stato ancora di più, soprattutto dopo la sua decisione di abbandonare la RAI, dopo una lunga guerra con il Direttore Generale Masi.

La sua carriera

Nato a Salerno il 2 luglio del 1951 e figlio di un macchinista delle ferrovie, Michele Santoro si laurea in Filosofia presso l'Università della sua città. Iniziata la militanza politica in un gruppuscolo maoista, l'Unione dei Comunisti Italiani, contemporaneamente scrive sul giornale "Servire il popolo" iniziando una carriera giornalistica che lo porterà in breve a una grande notorietà che arriva a partire dal 1987 quando inizia la stagione di "Samarcanda" che dura cinque anni ed è subito caratterizzata dalle polemiche dovute alla nettezza delle opinioni espresse in trasmissione. Santoro, non è mai stato un giornalista ossequiente al potere, neanche a quello della parte politica da cui proviene. E proprio per questo, molto spesso, ha pagato di persona la sua eterodossia che lo ha reso inviso anche a quella parte della sinistra che non rinuncia a tentazioni censorie e vede di cattivo occhio chiunque mostri autonomia intellettuale, pericolosa al massimo per chi deve cercare di controllare i processi di formazione del consenso politico.
Dopo "Samarcanda", Santoro ha diretto altre trasmissioni di grande successo: "Il Rosso e il Nero" tra il 1993 e il 1994, "Linea Diretta" dal 1994 al 1996, "Moby Dick" su Italia 1, dal 1996 al 1999 e "Sciuscià". Nel maggio del 2002, a seguito del diktat emesso ai suoi danni da Berlusconi, chiude la sua esperienza televisiva ed entra in politica, venendo eletto al Parlamento Europeo nelle liste dell'Ulivo. Tornerà in RAI solo nel 2006, quando una sentenza giudiziaria impone alla RAI il suo reintegro e riconosce perciò il suo buon diritto a protestare contro lo stato dell'informazione in Italia. La trasmissione che segna il suo rientro è "Anno Zero" che va avanti tra furiose polemiche sino alla primavera del 2011, quando chiude i battenti per decisione del Consiglio di Amministrazione della RAI, a maggioranza di centrodestra. Comunque la si pensi, Michele Santoro è un giornalista schierato, a sinistra, ma mai succube neanche della sua parte politica ed è questo un grande merito.