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TV digitale: cosa è cambiato

Un primo bilancio della transizione dal sistema televisivo analogico a quello digitale.

Le premesse

Sulla televisione digitale, come avviene per quasi tutte le novità, i pareri sono subito stati contrastanti. I favorevoli ne decantavano la capacità di rivoluzionare un sistema immobile, quasi che la nuova tecnologia, da sola, bastasse a modificare equilibri ormai consolidati. In più, grazie al fatto che lo spettro di frequenze nel digitale può ospitare più televisioni e servizi rispetto al sistema analogico, si sarebbero visti molti canali nuovi, e la qualità delle immagini e del segnale sarebbe migliorata sensibilmente. Non c’è dubbio che la prospettiva di una migliore ricezione dei programmi era il punto forte, considerando che alcune località del territorio italiano soffrivano da tempo di una sorta di oscuramento di alcuni canali, ricevuti poco e male. Era opinione diffusa che il passaggio dal sistema analogico a quello digitale avrebbe contribuito a risolvere anche questo annoso problema: è stato veramente così?

Luci e ombre

Siamo ormai a metà della transizione che si compirà entro il primo semestre del 2012: più della metà delle regioni italiane hanno effettuato il cosiddetto switch-off, abbandonando cioè il vecchio sistema analogico in favore di quello digitale e, dunque, possiamo tracciare un primo bilancio. L’impressione è che vantaggi e svantaggi si equivalgano e se molti hanno apprezzato la novità, non mancano le ombre. Ad esempio: se la qualità delle immagini è sicuramente più alta, non sono rare le improvvise cadute del segnale che lasciano l’utente a bocca asciutta. È comunque vero che i canali disponibili con il nuovo sistema sono decisamente più numerosi, oltre 200, ma anche qui a seconda delle zone geografiche. Solo alcuni canali, inoltre, sembrano sfruttare davvero la possibilità di coinvolgere lo spettatore in maniera più interattiva. Infine, sulle frequenze digitali è possibile adesso ricevere anche molti network radiofonici, anche se una tale novità nel contesto televisivo può lasciare perplessi.

Un bilancio controverso

Un ultimo aspetto da considerare è se la transizione verso la TV digitale abbia migliorato la qualità dell’offerta, magari stimolando la competitività tra i maggiori gestori che operano nel settore. Al momento, in realtà, si notano poche novità sostanziali. Fiction, quiz e reality dominano ancora la programmazione, con alcune sfumature tra i singoli operatori e, a ben vedere, solo i canali tematici e le cosiddette Pay-TV offrono qualcosa di più appetibile e specifico dei soliti palinsesti generalisti: cinema di qualità, molto sport e documentari, ma anche serie e sitcom di tendenza, oltre alla musica in tutte le sue sfumature. Ancora una volta dunque, anche nel nuovo contesto della televisione digitale, la vera differenza rimane quella tra chi è disposto a pagare per accedere a contenuti speciali e chi invece deve accontentarsi dell'offerta tradizionale.

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