Come restaurare una Vespa
Ecco l’Italia del dopoguerra! I ricordi tragici vissuti ed esperiti sono stati lasciati alle spalle. L’esigenza di un ritorno alla vita, il più normale possibile, chiede imperiosamente di aver una sua cittadinanza. Tra le macerie dei mezzi di trasporto prende corpo e si realizza un geniale mezzo. Il suo nome? Semplicemente “Vespa”, a reminiscenza del ronzio dell’omonimo insetto, a cui sia il motore a due tempi sia la forma estetica della carrozzeria, riporta.
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Alcuni modelli di Vespa
E così nel 1946 la mitica Vespa inizia la sua produzione, in una serie ininterrotta di modelli e di innovazioni. Ne menzioniamo alcuni. Dal 1955 al 1963 prendono vita e si affermano la vespa gs, la vespa gl e la prima “Vespa 50”. È un successone! Quest’ultimo mezzo è privo di targa e per guidarlo non c’è obbligo di patente.
Nel 1976 nasce la Vespa 125 Primavera. È dotata di propulsore potente e di accensione elettronica. Segue la vespa Px 125, con carrozzeria rinnovata e ridisegnata e a ruota la vespa 200 E, corredata da lampeggiatori di direzione posizionati nella stessa carrozzeria. Poco dopo viene riproposta una nuova Vespa px125 e la vespa 150. L’anno 1984 segna il culmine dell’innovazione col famoso cambio automatico. È storia dei nostri giorni invece la Vespa gt 200.
Tipologia di restauro
Se, e quando si parla di restauro, bisogna in "primis" intendersi su cosa restaurare. Si tratta di una semplice verniciatura o di qualcosa di più? Magari un restauro completo del motore o una revisione generale oculata per rendere sicura la guida del mezzo? Qualunque esso sia, il lavoro di ripristino può essere fatto o presso officine apposite o dagli stessi detentori del mezzo, con un minimo di esperienza.
Verniciatura
Qui tratteremo del restauro della verniciatura, un intervento che può essere fatto dallo stesso proprietario della vespa. Iniziamo. Se il mezzo non è già smontato nei suoi componenti, è questo il primo intervento da farsi. Man mano che si effettua l’operazione è bene che si scattino delle foto, talché, alla fine del lavoro, si sappia, dove riposizionare i pezzi. Una volta in presenza del solo telaio, armarsi di carta vetrata a grana grossa o di una spazzola in ferro e intervenire sulla ruggine, laddove essa sia presente. Carteggiare per bene le zone arrugginite. Passarvi poi una mano di ferox e attendere che si asciughi. Successivamente stuccare, usando lo stucco in metallo per carrozzerie. Asciugatosi (tempo una giornata), carteggiare di nuovo con una carta di media grana e poi di grana più fine. Apporre un nastro adesivo a protezione di parti che non devono essere verniciate. Siamo alla conclusione. Basterà spruzzare la vernice scelta, secondo le modalità e nei termini che si leggono sulle istruzioni, riportate sulla bomboletta.