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Hans Küng: biografia e pensiero del teologo svizzero

Biografia. Le critiche alla Chiesa romana.

Biografia

Hans Küng nasce a Sursee (Svizzera) il 19 marzo 1928. È noto per le sue posizioni molto critiche nei confronti della Chiesa romana. Compiuti gli studi liceali in Svizzera, entra nel Pontificium Collegium Germanicum et Hungaricum di Roma e poi studia teologia all'Università Pontificia. Ordinato sacerdote nel 1954, si laurea a Parigi con una tesi sul teologo calvinista Karl Barth.
Nel 1960 viene nominato professore presso l'Università di Tubinga (Germania). Nel 1962 partecipa, come esperto, al Concilio Vaticano II, dove conosce Joseph Ratzinger.
Nel 1970 pubblica un saggio sull'infallibilità del papa, "Infallibile? Una domanda". Viene perciò richiamato dalla Congregazione per la dottrina della fede e, nel 1979, gli viene revocata la missio canonica, cioè l'autorizzazione a insegnare teologia cattolica. Rimane comunque sacerdote nonostante le sue accese critiche rivolte direttamente al pontificato di Giovanni Paolo II, prima, e a quello di Benedetto XVI, dopo.
Nel 1993 crea la Fondazione Weltethos (Etica mondiale) che difende l'apertura della Chiesa cattolica alle altre religioni.

Il suo pensiero

Punti cardine del suo pensiero sono la critica dell'infallibilità del papa, dell'eurocentrismo e delle posizioni arretrate della Chiesa ufficiale sulla bioetica e la richiesta di una maggiore apertura alle altre religioni, (ebraica, musulmana in primis) e alle donne, fino alla loro ammissione al sacerdozio.
Ha fatto sentire la sua voce critica, in Italia, con due lettere pubblicate, una nel 2005, dal Corriere della sera, intitolata "Wojtila, il papa che ha fallito" e l'altra, nel 2010, dalla Repubblica, intitolata "Benedetto XVI ha fallito. I cattolici perdono la fiducia".
Nella prima rivolge al papa Giovanni Paolo II critiche per la sua chiusura al dialogo intra ecclesiastico: "Come Pio XII fece perseguitare i più importanti teologi del suo tempo, allo stesso modo si comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore Ratzinger con Schillebeeckx, Balasuriya, Boff, Bulányi, Curran, Fox, Drewermann e anche il Vescovo di Evreux Gaillot e l'arcivescovo di Seattle Huntington" .
Sostiene inoltre che il rapporto con le altre religioni è di sostanziale chiusura e di disprezzo.
Rimprovera altresì al papa l'ingerenza nelle politiche degli Stati sui temi dell'aborto, della pillola, della fecondazione artificiale, dell'eutanasia.
Nella lettera a Benedetto XVI alle accuse precedenti aggiunge quella d'insensibilità verso le tragedie dell'Africa nel momento in cui è proibito l'uso dei contraccettivi e, in particolare, del preservativo.
Gli rimprovera ancora le posizioni ultratradizionaliste nell'avere accolto nella Chiesa vescovi oltranzisti che si pongono contro il Concilio Vaticano Secondo e il sostanziale occultamento degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti a cominciare dall'Epistula de delictis gravioribus in cui Ratzinger, già nel 2001, quando guidava la Congregazione romana per la Dottrina della fede, imponeva il "secretum pontificium".

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