Non sei ancora registrato? Creare un OverBlog!

Creare il mio blog

Apocalypto, recensione del film di Mel Gibson

Apocalypto fa della storia terreno surreale ove impiantare un thriller antropologico che si mostra avvincente e indagatore quanto basta per scatenare il dubbio sul concetto di civiltà.

La vicenda

Il film "Apocalypto" ruota sulla figura di Zampa di giaguaro, indigeno abitante lo Yucatan al tempo dei Maya. In questo piccolo Eden protetto, ecco scatenarsi la tempesta con l’arrivo degli inviati del gran sacerdote che con violenza inaudita costringono il giovane insieme a tutti coloro che non vengono uccisi nell’attacco, ad essere legati e portati verso la capitale. Sua moglie e suo figlio, provvidenzialmente nascosti nel pozzo del villaggio, riescono miracolosamente a salvarsi alla cattura, pur restando prigionieri sul fondo. Zampa di giaguaro insieme ad altri giovani, arrivato nella surreale capitale, viene indirizzato alla piramide per essere sacrificato al dio, ma un’improvvisa eclissi riesce a salvargli in extremis la vita. L’incubo non è finito e verrà dunque, stavolta per puro gusto sadico contro quelli come lui, ritenuti inferiori, costretto a una sorta di roulette russa dell’antichità, nel corso della quale riuscirà a riprendere la via della foresta, dove correrà a perdifiato, via via eliminando i suoi inseguitori ed arrivando giusto in tempo per salvare dal pozzo oramai inondato dalle piogge, la moglie e i due figli.

Forse, o forse no

Facile perdere di vista il fatto che sia un film. Mel Gibson ci ripropone i dubbi che ci aveva lasciato con “Passion”, del quale riprende certi stili e modi, primo fra tutti l’intrigante uso del linguaggio maya stavolta, così come era stato prima per l’aramaico. E ciò che lascerebbe intendere una rigorosa ricerca storica in parte lascia delusi e perplessi. La scena finale che sembra collocare nel tempo la vicenda, laddove la vista dei galeoni nella baia ferma l’orologio della storia al 1518, dall’altro diviene stimolo a presentare una civiltà oramai arrivata allo stremo e quindi capace soltanto di mostrare il proprio lato negativo con quell’eccesso di crudeltà e di primitivismo che, quasi per ironia, sembrano giustificare l’intervento europeo del buon colonizzatore che viene a interrompere, oltre tutto con tanto di imprimatur cristiano, l’eccidio pagano e primordiale. Si offusca dunque in parte la verità di Gibson che al mito del buon selvaggio costretto oramai a divenire specie in estinzione, nascondendosi pertanto nel profondo della madre foresta, non riesce a costruire intorno un flusso storico e antropologico che risulti coerente e credibile se non, appunto, il passaggio da un male all’altro, senza, oltre tutto, rendere minimamente onore a quella che fu nei secoli una delle più progredite civiltà. Film da non perdere, assolutamente. Un ottimo cinema, una grande esperienza, tante domande aperte per un finale giustamente ammiccante alle successive vicende della storia.

Stessi articoli di categoria Cinema e Documentari

Dumbo, recensione del DVD

Dumbo, recensione del dvd

La storia dell'elefantino dalle orecchie giganti più amato da tutto il pianeta, con una sfondo una trama sociale ben nota: la discriminazione
Jean-Claude Van Damme: vita e film dell'attore belga

Jean-claude van damme: vita e film dell'attore belga

Jean-claude van damme è uno dei più famosi attori di film sulle arti marziali prodotti negli anni ’90. prima di intraprendere la carriera di attore, è stato un importante sportivo nelle arti marziali, attività grazie alla quale è riuscito poi a sfondare nel mondo del cinema.
Ayashi No Ceres, recensione

Ayashi no ceres, recensione

Basatosi sulla fantastica leggenda del "fushigi yuugi", che tratta di quattro divinità, ayashi no ceres è basata sulla leggenda del "tennyo no hagoromo": in un tempo lontano, un pescatore solitario, testimone del bagno della dea ceres in un ruscello, nascose la veste celeste (hagoromo) senza la quale la dea non poteva tornare al cielo. l'inganno del pescatore servì allo scopo di sposare ceres. l'unione dei due creò i discendenti del clan mikage. l' anime che prende spunto dalla leggenda ha riscosso un certo successo. la storia viene sviluppata con perizia e qualità artistica, tipica del genere nipponico, anche se manca qualcosa nell'animazione, dovuta forse a un budget limitato.