Bobby Robson, il grande allenatore
Una vita dedicata completamente allo sport, in particolare al calcio. Bobby Robson è stato, senz'altro, un rilevante personaggio sportivo, oltre che grande allenatore.
Breve biografia
Robert William Robson nasce a Sacriston il 18 febbraio del 1933. La sua infanzia è caratterizzata dall'amore per il Newcastle United, e i suoi punti di riferimento sportivi sono Len Shackleton e Jackie Milburn, entrambi giocatori di questa squadra. Il tempo libero lo trascorre giocando a calcio e, nel 1950, inizia la sua carriera nel Fulham, nel ruolo di centrocampista e mezz'ala.
Sei anni dopo firma per il West Bromwich Albion. Ottimo è il suo rendimento e ciò gli permette di debuttare in nazionale e di partecipare ai mondiali in Svezia del 1958. Robson, tuttavia, non può vantare tanti trofei vinti durante la sua carriera da giocatore.
Tutto cambia, però, con il suo ruolo da allenatore. Positivi i suoi tredici anni all'Ipswich Town, con la vittoria nella Texaco Cup del 1973. Nel 1982 ottiene il posto come allenatore della Nazionale, un ruolo di responsabilità e di prestigio. Raggiunge i quarti di finale ai Mondiali del 1986, ma viene sconfitto dalla celebre "mano di Dio" di Maradona. Un po' più fortunati i Mondiali del 1990, dove l'Inghilterra arriva in semifinale, sconfitta ai calci di rigore dalla Germania.
Successivamente ha modo di allenare il PSV Eindhoven, lo Sporting Lisbona, il Porto, con assistente José Mourinho, e il Barcellona.
Robson decide di tornare in Inghilterra e di guidare il Newcastle.
Il suo lavoro termina nel 2004, quando viene licenziato dopo un brutto inizio di campionato.
Gli ultimi anni della sua vita sono dedicati al ruolo di opinionista in televisione.
Robson muore, a causa di un tumore, il 31 luglio del 2009.
Una vita dedicata al calcio
Prima come calciatore, poi come allenatore e, infine, come opinionista. La vita di Bobby Robson è stata proprio dedicata interamente al calcio.
Non potrà essere ricordato per i tanti trofei ottenuti, in realtà non numerosi, bensì per il suo costante impegno, determinazione e personalità.
Diversi comunque i riconoscimenti. Nel 2003, ad esempio, viene inserito nella Hall of Fame del calcio inglese, e due anni dopo riceve le chiavi della città di Newcastle.
Nel 2009, infine, ottiene l'Emerald UEFA order of Merit award, un grande riconoscimento per essere stato un importante uomo di sport, oltre che un eccellente allenatore.
Forse il riconoscimento più significativo e simbolico rimane la statua eretta nel 2002, in suo onore, vicino allo stadio dell'Ipswich Town.