Brian De Palma, brevi note sui film del maestro della suspense
Il discepolo di Hitchcock
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Filmografia
Il primo lungometraggio di Brian De Palma è "Murder à la mode" (1968), che ottiene un riscontro tanto positivo da permettergli di girare "Ciao America" (vincitore dell'Orso d'argento a Berlino 1968 e che vede esordire il giovane Robert De Niro) e "Hi Mom".
La buona riuscita delle sue prime opere gli dà la possibilità di misurarsi con attori di grosso calibro come Charles Durning ed Orson Welles. Sono di questo periodo film come Dionisio nel 69", "Le due sorelle" e "Conosci il tuo coniglio". Il primo successo (in termini di fama) è il cult "Il fantasma del palcoscenico" (1974), il secondo (in termini di incassi) è l'horror "Carrie" (1976).
Ma è solo negli anni '80 che De Palma diviene un colosso: "Vestito per uccidere", "Blow Out", ma soprattutto "Scarface" e "Omicidio a Luci Rosse", proiettano il regista nell'Olimpo dei migliori costruttori di thriller in circolazione. Ormai De Palma può permettersi di girare con molti fondi e dirigere i migliori attori, cosa che fa in maniera impeccabile con "Gli Intoccabili" (1987), uno dei suoi massimi successi di sempre.
Gli anni '90 vedono cominciare la sua parabola discendente ma ancora di gran classe, con "Il falò delle vanità" e il famoso "Carlito's way". "Mission Impossible" e "Omicidio in diretta" chiudono il secolo. Il De Palma che si affaccia al nuovo millennio è un maestro ancora capace, ma non più così incisivo: "Mission to Mars", "Femme Fatale" e "Black Dalhia" segnano un'involuzione, "Redacted" ha il pregio di avere un approccio più originale e concreto.
Le caratteristiche del cinema di De Palma
Brian de Palma è stato una delle maggiori espressioni della cosiddetta "regia visibile", macrocategoria con la quale si intende ogni film in cui la macchina da presa non si limita a cogliere una messa in scena, ma si spinge oltre, diventando linguaggio essa stessa. Nei suoi film si ha l'evidente sensazione che sia il regista, appunto, che li sta conducendo. Ha sempre fatto film di genere, ed è uno dei pochi registi che abbia tentato di riproporre schemi classici con l'occhio di un moderno.
Seguace della lezione di Hitchcock, De Palma riprende il voyeurismo e lo sposa con le innovazioni tecnologiche e le nuove istanze della New Hollywood, di cui è uno degli esponenti più accreditati. Il suo stile si basa, prevalentemente, su artifici sagaci che producono un senso di forte suspence e tensione: split-screen, piani sequenza dal sapore circense, panoramiche a schiaffo, rallenties, fermo immagini, soggettive che diventano oggettive (un autentico marchio di fabbrica), inquadrature roteanti, montaggi serrati. Uno stile che si è affinato sempre più, a scapito purtroppo, ma non gliene si può fare una colpa esclusiva, della qualità delle storie che ha raccontato.