Il calcio giovanile italiano: una panoramica
Il calcio giovanile italiano è in grave crisi, come dimostrano i risultati.
La crisi dei vivai
Il calcio in Italia è sempre stato molto importante. E proprio per questo, una volta i vivai venivano curati moltissimo, nella speranza che potessero produrre i campioni del domani, sulla cui cessione molte piccole società traevano il loro sostentamento, oltre a farne una sorta di missione morale nei confronti dello sport amato e praticato. Da alcuni anni, purtroppo, il movimento calcistico italiano sta mutando profondamente e uno degli aspetti negativi di questa trasformazione, sta proprio nell’attenuazione della tradizionale importanza riservata all’addestramento dei giovani calciatori. Basta vedere, al riguardo, la penuria di potenziali fuoriclasse che affligge in questo momento le nostre squadre e gli scarsi risultati riportati dalle selezioni giovanili azzurre nelle varie competizioni internazionali, a partire dall’Europeo Under 21, che pure nel passato è spesso stato appannaggio degli azzurrini, per capire come non sia un momento facile.
Il Barcellona, un esempio da seguire
Mentre il Barcellona, punta moltissimo sulla cosiddetta Cantera, il vivaio catalano, che negli ultimi anni ha prodotto gioiellini come Messi, Busquets, Pedro, Iniesta e Valdes e ha già in rampa di lancio un fuoriclasse annunciato come Thiago Alcantara, in Italia, le grandi squadre, con la sola eccezione della Roma, non hanno più prodotto nulla o quasi in questo senso. Basti pensare che l’Inter, negli anni dei suoi ultimi trionfi, non aveva nessun giocatore proveniente dal vivaio. Né, hanno fatto meglio il Milan o il Napoli. L’unica lodevole eccezione, in questo sconfortante panorama, è quello della Roma, squadra che tradizionalmente trae linfa vitale dal suo sempre florido vivaio. Basti pensare alle decine e decine di campioni lanciati sin dalla nascita della società (Amadei, Menichelli, Orlando, Rocca, Di Bartolomei, Bruno Conti, Giannini, solo per fare i primi nomi) e a quelli oggi presenti nella sua rosa, a partire da Totti e De Rossi. Purtroppo, il calcio italiano si sta caratterizzando come un calcio usa e getta, incapace di fare una programmazione e di dedicarvi le necessarie risorse, anche perché negli ultimi anni, la legislazione abbastanza cervellotica elaborata nel vecchio continente, ha consentito alle società maggiori di saccheggiare le più piccole, senza neanche dover pagare i più insignificanti premi di produzione, sconsigliando in tal modo una politica giovanile adeguata. Proprio l’esempio della Cantera blaugrana, però, sta spingendo alcuni a tornare indietro sulla strada intrapresa, tanto che il Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, ha ipotizzato la creazione di una vera e propria scugnizzeria alle falde del Vesuvio, in grado di preparare i campioncini partenopei del futuro. L’unica speranza è che lo si faccia veramente, in quanto le prospettive del calcio italiano, per i prossimi anni, non sono esaltanti, vista la mancanza di fuoriclasse in erba.