Ken Park: scheda e recensione del film
Ken Park film di Larry Clark e Edward Lachman, è una pellicola drammatica che narra quattro diverse storie di altrettanti adolescenti, in un crudo spaccato di vita adolescenziale.
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Trama
Vediamo un ragazzo andare in skateboard lungo le vie di una città qualsiasi degli stati uniti, lo skater arriva ad uno skate park, si ferma, estrae dallo zaino una telecamera e la posiziona in modo da inquadrare il proprio viso, poi tira fuori una pistola, la punta alla tempia, sorride e bang! Si spara. A questo punto, parte una voce fuori campo, è uno dei quattro ragazzi adolescenti, veri protagonisti della pellicola, che inizia a raccontare. Ken Park, questo il nome del ragazzo che abbiamo appena visto suicidarsi con il sorriso sulle labbra, qualche secondo dedicato a lui e poi si passa ai quattro protagonisti, la voce fuori campo, a turno fa da breve premessa alla sequenza che racconta le loro storie, in un susseguirsi di immagini crude e vicende personali ancora più crude.
Film del 2002, di Larry Clark che firma la regia in collaborazione con Edward Lachman. Protagonisti gli attori Tiffany Limos (Peaches), James Bullard (Shawn), James Ransone (Tate) e Stephen Jasso (Claude).
Aspetti positivi
Il film inizia bene, con una scena veramente a forte impatto emotivo, girata ottimamente e che lascia scossi per la sua crudezza. Ken Park ha una buona regia dal punto di vista tecnico e un'ottima fotografia, che racconta bene la città e gli ambienti familiari. Ottime le interpretazioni degli attori protagonisti, a loro agio anche nelle scene più difficili e imbarazzanti, che riescono a rendere in modo naturale e spontaneo. Buone anche le interpretazioni di alcuni comprimari, come quella di Wade Williams, perfettamente calato nel ruolo, molto brava anche Maeve Quinlan nei panni di Rhonda.
Aspetti negativi
Film che nasce nelle intenzione dei registi per essere uno spaccato di vita familiare americana, con le sue fobie, i suoi drammi, le sue quotidiane incomprensioni, il tutto girato con un rifiuto di sottostare alle limitazioni moralistiche del cinema generalista americano, limitazioni disfunzionali ad uno spaccato realmente drammatico e realistico sull'adolescenza. Questo nelle intenzioni; nella realtà Ken Park, nonostante la bravura dei quattro protagonisti, si dimostra una pellicola pretenziosa, in cui pare prevalere una tendenza allo scandalo fortemente sospetta, la denuncia sociale risulta infatti forzata e molte scene scadono in un grottesco a mio parere involontario. In Ken Park la trama è inoltre fortemente prevedibile, cosa non rara in una certa tipologia di film a carattere drammatico, dove tuttavia la prevedibilità è funzionale al Phatos che serve a coinvolgere lo spettatore. In Ken Park tuttavia il phatos risulta non pervenuto e la prevedibilità della trama risalta in tutta la sua possanza.