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La disciplina giuridica del Transfer Price

La normativa sul transfer price è stata formulata da ciascun Paese, ispirandosi a principi comuni, anche se sono previsti criteri e strumenti diversi a seconda dei Paesi di appartenenza

Il significato del transfer price

Il termine 'transfer price' sta a indicare il prezzo di 'trasferimento' pagato da una società appartenente a un gruppo di imprese, ad un'altra società appartenente allo stesso gruppo di imprese, ma dove le due società interessate dalla transazione hanno nazionalità diverse, ed in particolare quella che riceve il pagamento appartiene ad un Paese con un trattamento fiscale agevolato (ovvero con un fisco meno 'esoso' rispetto a quello che sconta l'altra società interessata dall'operazione). Il legislatore è intervenuto, ponendo alcune limitazioni, per evitare che vengano compiute operazioni per 'eludere' gli obblighi fiscali meno favorevoli, sfruttando i regimi fiscali agevolati delle altre società del gruppo.

La normativa italiana

La normativa che regola il transfer pricing in Italia, si basa sul criterio del valore normale (in base al quale la tassazione può essere riferita alla differenza tra il prezzo di trasferimento risultante nella fattura e il valore normale dell'operazione di trasferimento, ovvero il prezzo che sarebbe stato normalmente pagato se l'operazione fosse stata svolta tra società non appartenenti allo stesso gruppo) che viene applicato alle cessioni dei beni e delle prestazioni di servizi che coinvolgono: - la società controllante italiana e sue controllate estere;
- la società controllante estera e sue controllate italiane;
- la società italiana e la società estera controllate dalla stessa impresa sia essa italiana o straniera. Se non fosse possibile applicare il criterio del valore normale, allora come prezzo di trasferimento si può usare quello del prezzo di rivendita. Tra i metodi alternativi previsti dalla circolare ministeriale ci sono: - il metodo del cost plus, in base al quale al costo di produzione viene aggiunto un margine normale di profitto;
- il metodo della ripartizione dei profitti globali, che invece si basa sulla ripartizione dell’utile ottenuto tramite la vendita o da una serie di vendite, che coinvolgono due imprese collegate, in modo proporzionale rispetto ai costi sostenuti dalle due aziende;
- il metodo della comparazione dei profitti, che passa attraverso la determinazione (e la comparazione) del “saggio di profitto lordo” di ciascuna impresa coinvolta, che viene ottenuto rapportando il volume di affari conseguito e l'ammontare dei costi sostenuti, ed è espresso in termini relativi.

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