La storia del caffè espresso italiano
Bere un caffè è un gesto diventato ormai una consuetudine in gran parte del globo, ma pochi sanno qual è la sua origine e la sua evoluzione. Ecco, quindi, un piccolo viaggio nella storia dell'espresso italiano, bevanda simbolo del Bel Paese.
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Origini
Difficile dire quale sia l'origine di questa bevanda e del suo nome. Secondo alcuni deriva dall'etiopico Kaffa, un altopiano dove il caffè cresceva in abbondanza, ma che, secondo altri, ha ricevuto questo nome quando già la coltivazione della pianta si era diffusa in molte altre aree. La tesi più accreditata fa derivare il termine caffè dal turco Kahve, a sua volta derivato dall'arabo Qahwa, che indicava una bevanda eccitante o il vino.
Il caffè espresso italiano
La storia del caffè espresso è strettamente legata a quella delle macchine per produrlo. L'origine è datata 1884, quando, a Torino, il signor Moriondo inventò e brevettò la prima macchina (a modello cilindrico "a colonna") per realizzarlo con acqua e vapore. Nel 1901 la macchina venne perfezionata dal signor Luigi Bezzera, tecnico meccanico che apportò una serie di migliorie al brevetto già esistente. Successivamente, nel 1905, il brevetto fu acquistato dalla ditta Pavoni, con sede a Milano, che inventò il modo di produrre le macchine in serie. Nel 1927, grazie a Roberto Rancilio, storico fondatore della casa costruttrice omonima, venne brevettato il modello ottagonale a colonna, in tipico stile Art Decò, pubblicizzato per la prima volta su larga scala. Nel 1933 Renato Bialetti avviò la produzione della prima moka casalinga, il cui successo esplose alla fine degli anni Sessanta con Carmencita e il pistolero, personaggi arcinoti del Carosello. Poi, intorno al 1948, il signor Gaggia, barista di piazza Duomo, apportò alla macchina a colonna modifiche sostanziali e arrivò alla creazione del primo meccanismo a pistoni. Grazie a questo innovativo sistema, il sapore del caffè passò dal bruciato e amaro a quello che noi oggi conosciamo. La macchina venne adottata da alcuni dei più famosi bar di Milano, come Motta e Biffi, consolidando, così, il successo del caffè espresso milanese, che oggi è riconosciuto a livello internazionale come uno dei simboli del nostro Paese. Successivamente, vennero apportate altre modifiche alle macchine del bar, ma il funzionamento a livello sostanziale è rimasto lo stesso degli anni Cinquanta. A livello casalingo, invece, una grande innovazione è stata introdotta con le macchine per il caffè a capsule, che consentono di realizzare un espresso quasi identico a quello del bar. I puristi della moka, però, storcono un po' il naso e preferiscono continuare a usare il vecchio metodo, sostenendo che il sapore del caffè è migliore.