Little Bighorn: storia della disfatta americana
La battaglia di Little Bighorn ha visto la disfatta del 7° cavalleggeri, comandato dal generale George A. Custer, e la sua morte. Sioux, Cheyenne e Arapaho vinsero questa battaglia nel 1876 sulle Colline Nere, nella vallata del fiume Little Bighorn, nella parte orientale del Montana.
/wedata%2F0028247%2F2011-08%2FMaj-Gen-G-A-Custer.jpg)
Premesse alla disfatta di Little Bighorn
Il contesto da cui la battaglia ha avuto inizio parte dal trattato di Forte Laramie del 1868 che aveva stabilito i confini della Grande riserva indiana ma c'erano dei territori non ceduti che furono alla base del conflitto.
La situazione di questi territori, di cui gli indiani rivendicavano la proprietà e che il governo americano cercò inutilmente di acquistare, avevano creato uno stato permanente di tensione a cui si era aggiunto l'atteggiamento dei cercatori d'oro che penetravano nell'area del conflitto senza ascoltare il governo che cercava di impedirlo. Del resto gli indiani giudicarono irrisoria l'offerta fatta dagli americani per l'acquisto dei territori, rifiutandola: fu allora che il governo americano ordinò che i nativi che erano nei territori non ceduti dovevano ritirarsi nelle riserve indiane. Furono molti i motivi per cui gli indiani non si mossero dai territori non ceduti, tra i tanti l'impossibilità di viaggiare in inverno e il fatto che molti di loro non ricevettero mai la comunicazione.
La disfatta di Little Bighorn
Quando il governo americano cominciò a muoversi contro gli indiani, si pensava che coloro che erano nei territori non ceduti fossero alcune centinaia ma, nel corso dei mesi, molti indiani erano usciti dalla riserva per aggiungersi ai primi, diventando così migliaia. Il generale Custer, noto per la sua insofferenza alla disciplina, era stato allontanato dall'Accademia di West Point e successivamente era stato sospeso dalla Corte Marziale ma ottenne di rimanere al comando del 7° cavalleggeri. Fu studiato un piano per il quale parte del contingente americano doveva risalire il fiume mentre Custer doveva dirigersi a sud e attaccare gli indiani solo dopo che la fanteria aveva bloccato le vie di fuga. Il generale obbligò gli uomini a marce forzate e quando incrociò la pista indiana, invece di andare verso sud, iniziò a seguirli. In prossimità del villaggio indiano che intercettarono Custer divise il reggimento nel tentativo di accerchiare gli indiani per impedire loro la fuga, non rendendosi conto delle dimensioni dell'accampamento. Era, infatti, un'area coperta di tende che si estendeva per 5 chilometri. Custer decise di dividere il 7° cavalleggeri, circa 250 uomini, indirizzandoli in quattro direzioni e attaccò, non alle prime luci dell'alba come era solito fare, ma alle 12, con uomini esausti dalla lunga marcia. Lo scontro si ebbe tra il 25 e il 26 giugno del 1876 e non ci furono superstiti.