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Un fondo pensione privato è davvero necessario?

Tutte le istituzioni ed i vari enti pensionistici continuano a sottolineare la necessità di aderire alle pensioni integrative private, posizioni avvalorate dalle continue riforme portate avanti dal Governo

Il sistema delle pensioni è cambiato, da qui la necessità delle pensioni private

Le continue riforme sul sistema pensionistico degli ultimi anni, e le recenti modifiche che hanno portato al progressivo innalzamento dell'età pensionistica, agganciando il momento di maturazione della pensione all'aspettativa di vita, oltre che il progressivo innalzamento dell'età pensionabile per le donne del settore privato a 65 anni, dicono tutte le stessa cosa: il sistema pensionistico italiano è profondamente in crisi. L'aumento dell'aspettativa di vita, alcune scelte politiche scellerate quali le baby pensioni, e una minore natalità, hanno fatto sì che nelle casse dell'Inps hanno cominciato a contrarsi le entrate rispetto alle uscite, e quindi inevitabilmente lo Stato ha dovuto abbandonare un atteggiamento fortemente assistenzialista per evitare che il sistemo pensionistico arrivasse al collasso. Questo implica che mentre prima stipulare dei piani pensione privati era una scelta che si poteva fare per avere una 'vecchiaia' più agiata, ora si tratta di una vera e propria necessità dettata tra l'altro dall'urgenza. Ogni anno l'Inps comunica i tassi di 'scopertura' praticati, e quelli attesi (con previsioni che riguardano anche un orizzonte temporale abbastanza ampio), e sono questi ai quali ci si deve attenere per riuscire a 'quantificare la necessità' di stipulare una pensione privata, e di che entità deve essere il sacrificio oggi, per ottenere una situazione economica più agiata domani. Infatti la 'scopertura' rappresenta la differenza (o gap) che c'è tra le ultime retribuzioni percepite, e l'assegno di pensione che verrà incassato, e questa differenza diventa sempre più ampia (le ultime stime dell'Inps parlano di pensioni pari al 60% degli ultimi stipendi per i dipendenti e sotto il 50% per i lavoratori autonomi). Infine c'è da considerare che i contratti sono soggetti a degli adeguamenti tramite la contrattazione collettiva, mentre questo aspetto manca nelle pensioni che vengono solo adeguate sulla base dell'indice Istat (nell'ordine di qualche punto percentuale quindi).

La scelta del fondo pensione

Numerose categorie di lavoratori hanno già dei fondi pensione integrativa di natura collettiva quali i lavoratori nell'ambito della carta e della grafica con il fondo Byblos, per i metalmeccanici c'è quello Cometa, per la scuola il fondo Espero, ecc. Ma anche chi aderisce ad un fondo collettivo può essere utile fare un check up della propria situazione pensionistica, per vedere se tramite il'integrazione della pensione di questi fondi riuscirà a colmare il gap rispetto allo stipendio, altrimenti bisogna in aggiunta integrare tramite la sottoscrizione di Fondi Pensione Individuali (Fip o Pip), che tra l'altro hanno una fiscalità molto vantaggiosa.

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