Se questo è un uomo, recensione
Primo Levi (Torino, 1919/1989) è stato un chimico e uno scrittore che è stato ad Auschwitz.
Stesura del libro.
"Se questo è un uomo" fu terminato da Primo Levi nel dicembre del 1946 e nacque quasi in maniera spontanea dal suo forte bisogno immediato di raccontare e di testimoniare agli altri l'esperienza terrificante vissuta nel Lager. Lo scrittore aveva in mente questo libro già prima di aver iniziato la sua stesura (1945). Il libro venne pubblicato nel novembre del 1947 da Franco Antonicelli, direttore della casa editrice torinese De Silva, dopo che era stato rifiutato dalla Einaudi (lo pubblica nel 1958) e da altre case editrici. Lo stesso Levi modifica l'aspetto, interviene sulla grammatica e sulla grafia pur rimanendo alterati i quattro piani narrativi e la sua struttura a tasselli.
I quattro piani narrativi.
Il libro è composto da 17 capitoli dove l'aspetto riflessivo si alterna a quello dimostrativo e a quello narrativo e viceversa.
Il primo piano narrativo è quello dettato dal suo impulso immediato e violento di raccontare e testimoniare con precisione l'esperienza del Lager per far capire al lettore ciò che stava scrivendo. A questo segue il secondo piano narrativo che è quello della stesura esemplare che scavalca l'impulso immediato del primo piano narrativo per far riflettere il lettore che la perversione, la crudeltà e la violenza dell'uomo può in futuro ripetersi e quindi che questa esperienza possa ripetersi di nuovo. Il terzo piano narrativo è quello dell'esperienza biologica e sociale (capitolo I Sommersi e i Salvati) dove il Lager viene inteso come un laboratorio infernale dantesco. Il quarto piano narrativo è invece quello morale nel quale Levi diventa un moralista e ristabilisce un rapporto con l'uomo proprio per cercare la chiave per una giusta spiegazione come fanno lo scienziato e lo storico.
Il Lager e la memoria.
Il Lager viene descritto da Levi come il luogo della follia, dell'offesa, della perdizione e della degradazione dove i prigionieri appena arrivati vengono detti Zugang (ingresso) e poi Haftling quando vengono rapati, tatuati, numerati e vestiti con delle misere divise a strisce (rituale di iniziazione). Il prigioniero che è prossimo alla morte viene detto Muselmann mentre Prominenz è colui che è riuscito a salire di gerarchia e può arrivare a diventare Kapo e può anche comandare. Lo scrittore mette in risalto le vittime (prigionieri) e i carnefici (SS) inseriti in una atmosfera cupa e tetra dove i riti di iniziazione si mescolano con le urla (capitolo Iniziazione). Al di sopra di questa gerarchia ci sono le SS definite da Levi malvage, stolide e spietate.