Ducati Pantah: recensione
Ducati non è una casa motociclistica come le altre, e tutti coloro che possiedono un modello di Borgo Panigale, i "desmoappassionati", sanno che devono molto a uno dei modelli che ha fatto la storia di questo marchio, il Pantah. Per tutti coloro che vogliono tuffarsi nel passato, o per chi è solo curioso di sapere, ecco una breve cronistoria di questo modello.
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Desmocuore
Il Ducati Pantah 500 apparve per la prima volta agli occhi del mondo durante l'esposizione presso il salone di Milano del 1977. Realizzata per risollevare le sorti della casa bolognese dopo il fiasco in termini commerciali del suo predecessore, il "demonio", il Ducati Pantah nacque con l'obbligo di far bene, di stupire e di lasciare il segno, e con il senno di poi si può tranquillamente dire che ci riuscì.
La geometria del motore rispecchiava appieno lo stile Ducati con il bicilindrico di 500cc disposto ad L a 90° leggermente ruotato con sistema di distribuzione e cambio completamente riprogettati rispetto al passato.
Cinghie dentate e distribuzione desmodronica erano le novità inserite all'interno del nuovo modello che fece la sua comparsa sul mercato nel 1979 riscuotendo un enorme successo sia per le sue prestazioni da vera sportiva, sia per la linea accattivante.
Longevità
Il Ducati Pantah venne prodotto dal 1979 al 1983, e nel corso di questi anni si susseguirono le versioni più disparate: dal Ducati 350 fino al Ducati 600 tl fornendo più di 12 modelli diversi e arrivando a vendere più di 8000 esemplari. Altra caratteristica che rimase impressa nel cuore degli appassionati fu la livrea, argentata con bande rosse e blu, un vero "must" che la rendeva immediatamente identificabile e che ancora oggi, a distanza di anni, per gli appassionati del Ducati vintage è sinonimo di Pantah.
Tornando per un attimo alle specifiche tecniche, il cuore del Pantah, il suo motore al L, fu un vero punto di svolta nella storia della casa di Borgo Panigale e non solo per il fatto che andò ad equipaggiare uno dei modelli più noti e amati della sua intera storia, quanto per il fatto che divenne la base dello sviluppo di propulsori che, nel corso degli anni fino ai giorni nostri, sono stati implementati e impiantati su moderni stranoti come ad esempio il Monster.
Pantah è un vero e proprio capostipite, una pietra miliare dell'evoluzione motociclistica italiana.