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Aldo Moro, biografia di uno statista

Aldo Moro, lo statista che si è distinto per la sua abile e paziente azione d'arbitrato e mediazione tra le forze politiche del nostro paese.

La vita

Nacque a Maglie (Lecce) nel 1916. Si impegnò fin da giovane nelle riorganizzazioni cattoliche e, nel dopoguerra, iniziò la carriera politica tra le file della Democrazia Cristiana.
Fin dalle sue prime esperienze politiche seppe manifestare quella capacità, che gli fu peculiare, di mantenersi in posizione equidistante tra le diverse tendenze e di esercitare per questo un ruolo di paziente e abile mediatore. Ottenne così risultati particolarmente brillanti negli anni in cui ricoprì la carica di Segretario del suo partito, e in cui realizzò, con il Partito Socialista, gli accordi politici che si concretarono nei governi di centrosinistra: in tali governi, pur con l'apporto di forze di sinistra, la DC, nell'intendimento di Moro, avrebbe dovuto mantenere l'egemonia, in forza della maggioranza elettorale.
Nominato nuovamente Presidente del Consiglio (1974-1976) in un momento di forte ascesa elettorale del PCI, Moro intravide la possibilità di imprimere una svolta nella politica italiana, avviando una prudente apertura verso le forze di sinistra e in particolare verso i comunisti. Questo progetto si realizzò nel 1978 con il governo Andreotti, che si basava su una maggioranza aperta anche ai comunisti.

La prigionia

Il 16 marzo 1978, mentre Aldo Moro si stava recando alla Camera per la presentazione del nuovo governo, la sua auto fu fermata da un gruppo di terroristi delle Brigate Rosse che, uccisi i cinque uomini della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi), lo sequestrarono.
Dopo 55 giorni di prigionia, nel corso dei quali l'Italia si divise nel "Partito della fermezza", contrario a ogni trattativa con le Brigate Rosse, e in quello "della trattativa" .
Il 9 maggio del 1978 ci fu il ritrovamento del suo corpo a Roma, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, volutamente vicina sia a piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana, che a via Delle Botteghe Oscure, dove si trovava la sede nazionale del Partito Comunista Italiano.
Dopo la sua morte furono molti i riconoscimenti in sua memoria tra cui, vie, piazze, libri come "il caso Moro" e "la tela del ragno" e film sul rapimento Moro.

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